Parte 3 – La storia dei conflitti

I sopravvissuti dell’ultimo grande cataclisma e della fine dell’Atlantide

aggiornamento: 18/09/2024

Dopo l’ultimo grande cataclisma, i sopravvissuti si organizzarono naturalmente in reti per aiutarsi a vicenda, per preservare il loro sapere, per ritrovare le tracce delle altre colonie di sopravvissuti o delle popolazioni con cui erano in relazione, per scoprire i cambiamenti geografici causati dal ribaltamento del pianeta su un nuovo asse e un nuovo centro di gravità.

Quest’ultimo grande cataclisma, prima del prossimo che arriverà un giorno, è anche il punto di partenza della storia della nostra umanità attuale, contemporanea.

Questo diluvio precedente si è verificato, secondo le straordinarie ricerche di Slosman in La Grande Ipotesi, il 27 luglio 9792 prima di Gesù Cristo. Lo studio comparativo dei calendari e l’osservazione dello zodiaco di Denderah, oggi al Louvre, ne fanno fede. Questo enorme evento, gli Egiziani, eredi degli Atlanti, lo chiamarono: Il Grande Cataclisma.

Gli Atlanti, discendenti della colonia venuta a rifugiarsi a Tiahuanaco nelle Ande, vivevano su montagne di oltre 4.000 metri di altitudine perché la pressione atmosferica era compatibile con il metabolismo dei loro corpi carnali e corrispondeva alla pressione atmosferica del pianeta Venere prima che cambiasse orbita per avvicinarsi pericolosamente al sole e diventare invivibile per loro.

documenti ed estratti per questo riassunto dei due libri di Albert Slosman:

La Grande Ipotesi e il Grande Cataclisma di Albert Slosman, Robert Laffont, ottobre 1982 e settembre 1988.

il continente di Ahaa-Men-Ptah

Partiremo quindi da un’epoca precedente di dieci millenni al grande Cataclisma per spiegarlo succintamente. Per questo conviene rappresentare questo Eden, visualizzarlo nella sua immensità in seno all’Atlantico. Diciamo che in questa epoca remota del venticinquesimo millennio, il continente di Ahâ-Men-Ptah era molto più temperato al suo estremo nord, di quelle stesse regioni, come la Groenlandia oggi. In questa parte del territorio, dove il ghiaccio non era ancora presente e la neve era timida, si sono formate fitte foreste. Una lussureggiante vegetazione cresceva tutto l’anno…

…/… Finalmente tutto a sud dell’immenso continente, la natura aveva steso i suoi tesori più preziosi: montagne sì; ma ancora di più, pianure, campagne fertili, da cui usciva spontaneamente tutto ciò che può fare le delizie di un’umanità tranquilla! …/… Così, in questi luoghi, si erano costruite vere e proprie città…/…

Ahaa-Men-Ptah ebbe un primo sconvolgimento vulcanico

che causò l’enorme cedimento della terra che formò il Mare del Nord, tagliando innumerevoli fessure fino all’attuale Islanda e al Canada dove gran parte del territorio sprofondò per formare l’attuale baia di Hudson, molto divisa. Questo penultimo Grande Cataclisma ebbe luogo l’11 febbraio 21.312 prima dell’inizio dell’era cristiana. Un periodo di forti gelate si installò su tutta questa parte del mondo, accumulando i ghiacci in una calotta polare uniforme. La stessa Siberia, che allora era una regione piuttosto temperata, vide bruciare la sua verdeggiante vegetazione e annientare i mastodonti che non erano riusciti a fuggire in tempo dalla copertura del ghiaccio.

Tutto questo non fu però fatto di un cataclisma totale, e l’asse della terra non “pivotò”. Non c’è stata alcuna rottura di equilibrio, ma un semplice “scivolamento” rapido del globo, nello stesso piano dell’asse e che lo avanzò 72° più lontano apparentemente, per l’osservatore terrestre.

Dopo quell’avvertimento, e da quel momento in poi, la storia di Ahaa-Men-Ptah iniziò davvero, con la cronologia che logicamente si servì di quella rottura che la memoria umana ha sancito come tale per segnare gli annali di un inizio caratteristico. …/… Da quel giorno, in cui fu istituito un metodo grafico figurativo, osservarono attentamente e notarono meticolosamente la camminata dei pianeti, del Sole, della Luna, le loro figurazioni e configurazioni, nonché quella delle forme più geometriche delle dodici costellazioni dell’eclittica equatoriale celeste, e ancora quelle più lontane di Orione e di Sirio, dalle peculiarità singolari. Le ripercussioni delle “Combinazioni” sulla Terra ne derivarono, sia per quanto riguardava il comportamento degli uomini che l’evoluzione della natura.

…/… Perché il ferro era stato trovato sul pavimento, brunastro, in lastre dalle forme più o meno grosse, portando così la ricerca di materiali simili. Così l’ematite superficiale diventò davvero il ferro. Proveniva da una miniera che copriva diversi chilometri di terreno, all’estremo sud, proprio sul mare.

Passò così, pacificamente, una fetta di cinquant’anni tra la popolazione stessa, soprattutto quella che viveva nelle campagne.

Intorno al 16.000 a.C., un piccolo cataclisma scosse di nuovo questa parte del mondo,

senza un grande effetto sul continente stesso, anche se, d’altra parte, sconvolse la geologia. Il Sahara fece la sua comparsa, e soprattutto, un maremoto, partito dal Mar Caspio, aprì il Mar Nero e scavò il Bosforo, inondò diverse isole del Mediterraneo. È stata anche questa spinta che ha aperto l’attuale Stretto di Gibilterra, ma era molto più grande di quanto non sia oggi.

E fu in quel momento che nacque Aha: “il più grande”, che diede il suo nome al continente.

Il bambino, chiamato Aha-Men-Geb, o il Maggiore Maestro della Terra, apparve come un’intelligenza sovrumana. Sua madre, una regina, vedova sconsolata della morte del marito il giorno delle sue nozze, al momento di questo cataclisma, mentre veniva in aiuto di persone sepolte, si chiuse nella sua stanza per non uscirne più. Sei mesi dopo, tuttavia, riappariva trasfigurata dicendo che era stata toccata dalla grazia divina, e che un figlio le sarebbe nato tra nove mesi!

Aha-Men-Geb si sposò con una giovane mortale: la principessa Nout, discendente del famoso capo che si era lasciato morire nel suo territorio del Grande Nord, cinque millenni prima, ma che aveva mandato sua moglie e i suoi quattro figli a casa di un suo cugino. Nout fu una moglie ammirevole che ebbe anche due figli e due figlie. Il Maggiore, che prese la successione, fu intronizzato come “Anziano diretto discendente di Dio”, secondo un rituale che divenne immutabile, anche successivamente nell’Egitto faraonico: “Tu diventi il Maestro del Trono di Geb, e lo darai al tuo Anziano, in eredità diretta di Ptah.”

Così nacque Aha-Men-Ptah: “Il-Cuore-Anziano-di-Dio”, il cui nome Platone fece così macchiato di affabulazioni e di irrealtà: l’Atlantide.

…/… Aha-Men-Ptah era dunque un’oasi di pace unica nel mondo dodicimila anni prima che Gesù nascesse. L’unico centro aveva ancora una catena montuosa degna di questo nome, poiché le principali cime superavano i quattromila metri.

Una notizia terribile: la data esatta di un “Grande Cataclisma”

La pace non era che una delle apparenze più finte in questo dodicesimo millennio prima della nostra era… L’invidia e la gelosia percepivano da tutte le parti! … Fu durante questo periodo torbido, in cui il Potere perdeva ogni giorno la sua autorità e la sua potenza, che gli “studiosi” delle “Torri di Matematica”, dove si studiavano le “Combinazioni-Matematica”, portarono una notizia terribile: la data esatta di un “Grande Cataclisma” che doveva verificarsi, e che avrebbe potuto annientare completamente il continente di Aha-Men-Ptah! … Il Maestro, mettendo a fuoco, annunciò che lo sconvolgimento sarebbe avvenuto solo… tra 2000 anni! Questo produsse una risata gigantesca.

La calma di ritorno, l’incoscienza, l’egoismo, fecero dubitare della veridicità matematica dell’avvenimento. Passarono altri secoli, che fecero negare la possibilità del cataclisma, e poi altri che lo fecero negare! E lo Stato stesso ne subì le conseguenze! Tre Stati avevano fatto secessione, proclamando la loro indipendenza di fronte all’incapacità del Potere di gestire adeguatamente gli interessi di tutti, preferendo supporre l’eventuale fine del paese e il suo abbandono!

L’ultimo millennio prima della fine di Aha-Men-Ptah si concluse! Questo fu l’anno 10.000 prima di Cristo:

al continente erano rimasti solo duecentotto anni di sopravvivenza! e l’An-Nu, il Grande Pontefice lo sapeva venendo quel giorno al Gran Consiglio!…

…/… Mancavano solo settantadue anni e sessantaquattro giorni, prima che Aha-Men-Ptah fosse invasa dalle acque! In quel giorno, il 13 maggio 9864 prima di Cristo, la grande folla era ammassata attorno al sagrato del Tempio-Dio, curiosa di assistere alla presentazione del figlio maggiore del “Maestro” in carica: il “Monarca della Voce Giusta, Ahu”, nato da alcuni giorni. L’an-Nu doveva chiamarlo “Men-Geb” durante la benedizione, richiamando così l’attenzione divina sul fatto che non doveva andare a letto e perpetuare la razza. Questo nome portato da colui che doveva essere l’ultimo “Discendente dell’Anziano” attirerebbe forse sulla sua testa l’indulgenza del Creatore, di cui avrebbe certamente più bisogno.

Geb fu sacro re il 22 luglio 9843 prima di Cristo ad Ath-Mer, e si sposò a Nout la figlia del capo della regione del Nord, la storia si ripeteva.

La sera prima del suo matrimonio, Geb ebbe una visione:

“Geb!” Ascolta le mie parole che sono la verità! Sono finiti i tempi in cui l’umanità presente poteva essere salvata. Io ti ho scelto: tu, per elevare mio Figlio! Diventerà la Guida che partorirà il Salvatore dei superstiti del Grande Cataclisma quando sarà il momento!”… La Voce confermò con una precisione che la ulcerò profondamente! “Ho guidato i passi di Nout fino al Nahi, sotto il sicomoro, affinché Ousir prendesse posto a suo tempo nel movimento delle Anime, perché nulla può ormai essere cambiato dall’Uomo di fronte all’Eterno, se non la faccia dell’Eterno! Per questo Nout è stata toccata dalla mia grazia, e tu devi diventare suo sposo, per assicurare alla Terra una discendenza umana: una seconda anima!”

Geb va incontro a Nout “ed entrambi si aspettano un forte rimprovero reale per aver disobbedito andando nella sacra isola del Nahi. I due giovani fecero il parallelo tra il loro caso e quello dei loro cugini molto antichi, che già millenni prima si chiamavano come loro, e il cui primo nato era stato Ousir, il Vecchio di Dio! Erano dunque in qualche modo i nuovi Nout e Geb, prigionieri delle Tradizioni, che sarebbero i genitori della “Seconda Anima di Aha-Men-Ptah”! Queste coincidenze non lo erano: i fatti erano scritti da molto tempo nelle “combinazioni” degli astri, ed erano loro ben predestinati! Ne erano quindi le vittime involontarie e infelici, anche se benedette… Questo è ciò che dovettero dirsi l’uno e l’altro, presumibilmente durante il loro triste ritorno.”

Alla nascita di Ousir ci furono delle contestazioni perché dare questo nome divino a questo bambino non era compreso se non come una bestemmia. Ma i sommi sacerdoti usarono i riti più sacri e antichi per celebrare il battesimo e la folla finalmente calmata dalle sue ansie, salutò con gioia il nuovo erede. Gli Annali indicano che il 4 gennaio 9841 a.C. nacque un figlio ed era la cosa più “mortale”. Lui ricevette il nome di Ousit. Undici mesi dopo, nacquero delle gemelle. Furono chiamate Iset e Nekbeth il 23 febbraio 9.840 a.C. “Iset era bionda come Nekbeth era bruna! E se la prima rideva ancora di più di Ousir, l’altra rimaneva silenziosa e seria.”

I funerali dei genitori di Geb, Ahou e di sua moglie Petsout, ebbero luogo il 21 marzo 9.838 a.C., quando agli abitanti di Aha-Men-Ptah restarono solo quarantasei anni e quattro mesi di vita sulla loro terra.

I bambini crescevano.

“Ousir aveva conoscenze che superavano quelle dei suoi professori nelle materie scientifiche e matematiche per le quali aveva doti innate! Ovvio, naturalmente pigro, aveva difficoltà a imparare e solo il suo rancore lo spingeva a sviluppare il suo intelletto.

Isis et sa sœur jumelle Nekbeth
Iset, la regina, seguita da Nekbeth, la grande sacerdotessa

Iset non lasciava più Ousir, che aveva amato prima come fonte di tutte le conoscenze, poi semplicemente adorato come incarnazione del Sapere e della Gentilezza. Sì, che aveva tentato di schiavizzare Nekbeth, era riuscito solo a scatenare una battaglia memorabile dalla quale era quasi uscito imbrigliato!”

Nout e Geb notarono che Iset e Ousir “non solo erano adorati l’uno davanti all’altro, ma erano fatti l’uno per l’altro! Infatti, poiché Ousir non era nato da Geb, non commetteva alcun atto riprovevole per Dio prendendo come moglie una mortale proveniente dalla stessa madre, ma concepita molto diversamente e da Geb! Era ora, comunque, di insegnare al Maggiore, e ai suoi tre figli, la verità sugli eventi passati che erano stati accuratamente nascosti loro.”

Ousir, il ribelle

Dopo la riunione della famiglia nell’ufficio di Geb, “lo stupore dei bambini è facile da indovinare, e anche le loro reazioni!

Ousir non disse nulla e rimase sognatore, con solo qualche bagliore più profondo in fondo alle sue prugnelle; Iset, fissava il suo signore e padrone con un’aria estasiata, dicendosi che adorava non suo fratello, ma il figlio di Dio, il che semplificherebbe molte cose. Nekbeth ebbe una gentile mosca espressiva abbracciando i due tortorelli, come per dare loro in anticipo una benedizione che sapeva loro favorevole, ma che fece erigere un Ousit schiumoso di rabbia, che parlò di connivenza e di complotto fomentato contro di lui, perché il Trono doveva tornare a se stesso, figlio unico di Geb e di Nout.

Il Maestro s’interpose veementemente e ne seguì un alterco che nulla poteva più fermare! Furono pronunciate parole definitive, che provocarono la precipitosa partenza di Ovest dal Palazzo, con parole di vendetta, vendetta e omicidio! Piangemmo a lungo, consolata dal marito e dagli altri tre figli; si calmò solo quando Geb fissò la data dell’unione tra Ousir e Iset, la più vicina possibile visto quello che era successo, quindi all’inizio della seconda settimana che arrivò. E Nekbeth ebbe l’ultima parola ricordando che quel giorno, il 16 maggio 9817, tutto era scritto nelle combinazioni degli astri con il matrimonio del Maggiore e la partenza del Cadetto, e che ormai nulla potrebbe più evolversi in un senso diverso da quello del Grande Cataclisma! … E infatti rimase solo un quarto di secolo prima della sommersione di Aha-Men-Ptah!”

“Il matrimonio di Ousir e Iset si svolse con un minimo di fasto. Ousit aveva lasciato la capitale. Geb preparava saggiamente l’esodo di questa popolazione spensierata e incosciente che si faceva beffe del suo futuro.

Nekbeth ha una visione dei millenni che seguiranno.

…/… Sarebbe proprio da questa unione che nascerebbe il nuovo ramo fondatore delle future dinastie egizie! Il “Figlio” sarebbe la “Seconda Anima” di Dio, e in un quarto di secolo sarebbe in grado di guidare i superstiti afflitti, verso questa terra lontana sulle rive di un Grande Fiume che era già destinato a loro. Ma passerebbero alcuni millenni di un estenuante Esodo prima di riuscirci, e le generazioni si succederebbero trasmettendo la fiaccola alle successive, fino a quando la Terra Promessa sarà finalmente raggiunta, e quale sia il nome di quel “Secondo Cuore di Dio” che li aveva salvati: Ath-Ka-Ptah!

Nekbeth si arrabbiò perché era lei che aveva appena fatto questa rapida retrospettiva di molti millenni nel futuro!

Non era la prima volta che si accorgeva di “vedere” oltre il presente.”

…/… Nekbeth, proprio in questo momento, mentre si interrogava su dove potesse trovarsi Ousit, lo vide nelle profondità della foresta di Akni-Bet, nella provincia più occidentale del paese, in aperta ribellione contro il “Potere Centrale”, e dove la guerra civile fratricida e omicida insanguinava le fazioni in campo. Ovvio, frastagliato, la barba intagliata, rivestita di una tunica macchiata di fango, si rivolgeva ad un gruppo di ribelli come lui, tenendo loro un discorso bellicoso e dei più velenosi contro i dirigenti del regno, cioè i suoi stessi padri e fratelli. Nekbeth era in preda alla disperazione.”

Nout doveva constatare che anche Nekbeth era stata concepita in modo non normale per avere un dono che la rendeva più di una semplice mortale. Gli chiese dov’era Ousit. Nekbeth gli disse che non si chiamava Ousit, che aveva rinnegato la sua discendenza antica per il semplice nome di Sit (Seth). Quando Ousir si avvicinò a lei, Nekbeth “le sussurrò con un tono di profondo disagio: Ousit entrerà in lotta aperta contro di te, e questa battaglia insanguinerà il cielo per l’eternità!”

L’Anniudo vedeva che suo figlio aveva una propensione per quella bruna di Nekbeth che aveva visto nascere. Suo figlio stava seguendo l’iniziazione per diventare Pontefice come suo padre e aveva il doppio dell’età di Nekbeth. L’Ann-Nu stava preparando l’unione di suo figlio con Nekbeth. Nella foresta di Akni-Bet, i “Figli della ribellione” seguivano un’intensa preparazione militare e saccheggiavano i confini delle province fedeli.

Iset diede alla luce un figlio che fu chiamato Hor

e che divenne Hor-Our: Horus il Maggiore nella mitologia che si stabilì dopo il Grande Cataclisma. “Poco dopo, il matrimonio del figlio maggiore dell’Ann-Nu con Nekbeth ebbe luogo. È stata soprattutto una festa religiosa e mistica, molto diversa dalle normali cerimonie nuziali, perché lo sposo non avrebbe tardato ad essere il Pontefice Supremo”.

Dieci anni dopo, Hor aveva dieci anni, una sorellina di due anni più giovane e due fratelli di sei e cinque primavere. Sit era diventato il comandante in capo di un esercito considerevole che continuava a chiamarsi “Mésit Bétésou”. Nelle province che occupava, il popolo aveva capito di essere sottomesso a un tiranno e di essere trascinato con la forza nelle orde distruttive. Ousir all’età di trentadue anni divenne il nuovo Maestro. “Era in attesa di una missione eccezionale, e spettava a lui portarla a termine… Era il 14 aprile del 9805, il continente di Aha-Men-Ptah aveva solo tredici anni e tre mesi a rimanere sorto sopra le acque!”

I combattimenti fratricidi tra Sit e Ousir

L’enorme quantità di materiale immagazzinato per l’Esodo era stata saccheggiata e resa inutilizzabile dalle orde armate di Sit che si faceva chiamare il “Signore”. Voleva una resa completa del “Maestro” e cercava di far morire di fame Ath-Mer. Rimanevano solo tre anni. “Hor ebbe anche ventiquattro anni nel momento in cui suo zio ribelle invase il suo settimo stato, e il cui primo atto di potere fu quello di ordinare la distruzione immediata di quattromila piccole “Mandjit”, quelle imbarcazioni insommerse che avrebbero assicurato la sopravvivenza di almeno trentamila persone di questa provincia.” Hor divenne il comandante in capo dell’esercito di Ousir e costituì un esercito altrettanto importante di quello di Sit che dovette annullare la sua invasione di Ath-Mer. “Ormai sempre più impetuoso e pieno di foga, sventava tutte le furbizie di suo zio. Va aggiunto che Nekbeth lo aiutava molto! Inoltre, gli aveva fortemente consigliato di creare una seconda linea di difese interne per garantire una migliore salvaguardia delle immediate vicinanze del Palazzo Reale, ultima roccaforte legale di quello che era stato il così bello “Cuore di Dio”.

La sera del 26 luglio 9792 Sit ha avuto un attacco a sorpresa e gli invasori hanno saccheggiato la capitale, tranne alcune isole di resistenza ben difese. Ma il Palazzo Reale non era stato conquistato. È stato progettato per portare suo fratello, Ousir, davanti a lui. Gli chiese di venire di persona davanti a lui per firmare un armistizio. Nonostante gli avvertimenti di Geb, di Nout e di I set, in assenza di Nekbeth che avrebbe potuto leggere quello che stava per accadere, Ousir accettò di incontrare Sit.

Ousir fu ucciso rapidamente da Sit e dai suoi soldati.

“Spingendo un urlo, gettò uno sguardo azzardato intorno a lui, cercando qualcosa per avvolgere il cadavere, affinché marcisse conservando quell’anima, che così si sarebbe decomposta e non sarebbe andata a disturbarlo nelle sue notti di insonnia. Con un grido trionfale, aveva una grande pelle di toro essiccata, disposta in tenda di separazione tra due stanze. Se ne prese una manciata rabbiosa e gli sparò. Lo stese a terra, poi con i piedi spinse il corpo ancora caldo sulla pelle. Fece cenno a due dei suoi vice di chiudere i bordi. Poi, con l’aiuto di un cinturino di cuoio di una delle tende, sarà lui stesso accuratamente il tutto, legandolo con il più forte che poté, in modo da non lasciare alcun passaggio d’aria né il minimo interstizio attraverso il quale l’anima di Ousir sarebbe potuta fuggire!

Allo stesso tempo, Nekbeth, accorsa alla richiesta di Iset, aveva la visione spaventosa e tragica degli eventi che si svolgevano ad Ath-Mer.”

Hor viene avvisato di quello che sta succedendo, ma Nekbeth non riesce ad andare fino in fondo alla sua visione e lei crolla. Rimesso in piedi, decide di accompagnare Hor se tentava un’uscita per vendicare Ousir. Iset arriva e capisce che Ousir è stato ucciso. Hor chiede alle due gemelle di restare insieme a Palazzo. Con duemila uomini uccidono gli assalitori del Palazzo e arrivano alla Corte di Giustizia dove Ousir è stato ucciso. Ora ci sono solo morti, Sit e la sua truppa se ne sono andati. Il piccolo esercito di Hor attraversa la città ed è affiancato da abitanti che sono stati liberati. Sit si ripiega nel bosco vicino alla città che così è completamente liberato. L’alba sarebbe arrivata presto.

“Nel momento in cui il Sole doveva apparire… nessuno lo vide. Si alzò sull’ultimo giorno che questa umanità doveva vivere.

I Tempi erano finiti in questo 27 luglio 9.792. Un’alba irreale puntò, l’ultima di quest’era in cui il Sole si evolveva davanti alla costellazione del Leone, risplendendo normalmente di una luminosità dorata e abbagliante, preludio di una bella e calda giornata estiva! Quella mattina l’astro del giorno sembrò assente dal cielo.”

Una spessa nebbia, una spessa luce rossastra invasero l’aria con un odore fetido simile al corpo dei morti. Dopo la notte di sangue, il sacrilegio fratricida avrebbe trovato la sua punizione divina.

Iset e Nekbeth uscirono dal Palazzo per raggiungere Hor e ritrovare Ousir, anche se morto.

Nekbeth vide che Ousir si trovava ai margini di una spiaggia. Quando scoprì cosa stava succedendo e quanto era difficile respirare, Nekbeth capì che il cataclisma era iniziato. Loro andarono a quella spiaggia. Iset voleva morire accanto a suo marito. Il Sole era sempre invisibile. La strana nebbia aveva una tonalità rossa e sanguinante. Hor capì anche che il cataclisma era iniziato. Radunò il suo esercito e attaccarono il bosco dove Sit e il suo esercito si erano trincerati. Per un’ora il combattimento fu incerto. Poi la furia divina scatenò la sua potenza.

“I primi fruscii della crosta terrestre avvennero,

leggeri, ma abbastanza dirompenti da far cessare i combattimenti sanguinosi e grotteschi in questo momento in cui i guerrieri di entrambe le parti vivevano la loro ultima ora.”

Al Palazzo Reale, Geb diede ordine di aprire le porte degli arsenali del porto Reale, in modo che iniziasse l’evacuazione con i mandjit. “A un centinaio di chilometri di distanza, gli antichi vulcani lanciarono in alto nel cielo una pioggia di terra polverulenta. Pioggia solidificata, piccole rocce e rifiuti di ogni tipo, si abbatté sulla folla in marcia verso lo sport, schiacciando gli uni, stordendo gli altri, e l’inferno scatenò ovunque.” I villaggi vicini furono ricoperti di lava. I fianchi delle montagne si lacerarono. Nekbeth guidava sua sorella verso la spiaggia che aveva visto nella sua visione. “Sapeva che un ramo basso di un grosso sicomoro, al suolo di una piccola manica di forma molto caratteristica, afferrava e immobilizzava il corpo di Ousir.” Lo stesso valeva per Sit, i suoi soldati erano fuggiti. Hor con alcuni soldati attaccò una terra dove c’erano ribelli. Corsero nella foresta fino a un fiume di lava che li distrusse. Sit da parte sua era andato in esplorazione e quando ritornò su questo terreno, la sua truppa era stata annientata. Comprese la vanità della sua ribellione davanti a Dio. Ma Hor aveva deciso di rimanere da solo per uccidere Sit.

L’orda dei ribelli arrivò al porto e commisero lo stesso errore di quelli che li avevano preceduti: sovraccaricarono troppo le loro imbarcazioni e le loro barche affondarono nell’acqua.

Sit ritrovò Hor quando ricominciarono gli scricchiolii della crosta terrestre e le colate di lava circondarono i due fratelli. Sit fu invaso da una paura irragionevole e lanciò la sua massa che spezzò la spalla destra di Hor. Poi lanciò la sua spada. Hor la teneva davanti alla sua faccia macchiandosi rapidamente di sangue. Sit, certo di essere il vincitore, scappa a tutta velocità. Nel frattempo, Iset e Nekbeth avevano trovato il corpo di Ousir. Iset ordinò a sua sorella di portare su un mandjit il corpo di Ousir con i pochi soldati presenti per raggiungere le loro famiglie al largo, lontano dal porto. Iset voleva trovare suo figlio Hor da solo. Geb diede ordine a Nout di lasciare anche lei con le sue successive su una mandjit. Geb aveva deciso di accompagnare sua figlia alla ricerca di Hor nel bosco.

L’isolotto su cui si trovava Hor resistette ai terremoti e la lava gli scorre attorno, e il burrone si secca. Iset aveva trovato un sicomoro. Mentre la calma era tornata dopo che le colate di lava erano scese nel mare, il cielo si era liberato.

Di fronte al sicomoro, Iset lanciò la sua preghiera per stabilire il dialogo supremo affinché suo figlio ritornasse.

Gli annali del libro dei “Quattro tempi” precisano inoltre:

La Terra si oscurò di nuovo su tutto il paese, ma la preghiera di Iset era stata ascoltata; cominciò a cadere una pioggia, che era rossastra a sua volta e innominabile.

…/… I testi abbondano sugli orrori diluviani, che la Tradizione ha trasmesso come avvertimento alle generazioni future, ma che l’interpretazione degli emuli di Champollion ci ha ritrasmesso ben distorti.

…/… Ma torniamo a quel 27 luglio 9.792 prima di Cristo, dove la pioggia torrenziale ricopriva con un mantello liquido rossastro la terra del “Cuore-Anziano”. Nel giro di un paio d’ore, lo strato di lava era abbastanza solidificato e raffreddato da consentire a Geb e Iset di rimettersi in sella, dirigendosi verso il punto più profondo degli alberi carbonizzati. Le montature misero da sole i loro zoccoli in sentieri meno disseminati di scogli, che li condussero sotto la collina dove era immobilizzato, invisibile perché steso, Hor.”

Iset decise di salire sulla collina per avvistare il paesaggio. Con Geb, scoprì il corpo di suo figlio che si muoveva. Poi Geb ordinò a Iset di portare Hor in un rifugio preparato da Ousir con una manjit pronta a partire. Voleva tornare a Palazzo.

“Iset e Hor si erano allontanati dalla costa quando si scatenò il primo vero sisma, sconvolgendo tutte le terre e facendo sparire la maggior parte di esse, mentre fulmini fulminanti zebravano il cielo prima di perdersi sulla superficie dell’acqua in dantesche frane.

Durante quella notte che non finiva più, i mandjit, a sud di Aha-Men-Ptah, affrontavano il mare scatenato

nelle acque dello Stretto dove il continente ristretto toccava quasi la terra dell’attuale Africa occidentale. Era la famosa “Bocca della Fessura”, che collegava le due parti del mare orientale, e su cui viaggiavano con le onde enormi, i Mandjit ritenuti insommergibili, e che dovrebbero quindi raggiungere indisturbati la riva occidentale seguendo la traiettoria del sole.

I naufraghi videro la costa abbracciata affondare e sparire nel mare. Poi una seconda scossa di terremoto subacquea innescò un terribile ciclone che polverizzò tutte le imbarcazioni prese in mezzo al mare. I navigatori sopravvissuti videro poi il Sole spostarsi bruscamente in avanti accompagnato dal gran giorno e poi sparire all’orizzonte, riportando la notte, in cui anche le stelle seguivano lo stesso ritmo veloce. La Luna apparve a sua volta e attraversò il cielo di colpo per affondare nelle onde… L’intera notte era tornata in un’ora… Coloro che avevano buoni occhi videro, sullo sfondo viola, la massa nera degli ultimi massicci montuosi, lontano affondare e scomparire sotto l’elemento liquido: niente! Non era rimasto nulla…!”

Un nuovo maremoto seguì questo sconvolgimento sottomarino. Molti dei sopravvissuti si erano legati all’albero della loro barca con le strisce delle vele che erano state portate via da tempo. Rimasero vivi dopo quella terribile tempesta. Così è stato per Iset e Hor, Nekbeth, Nout, ma anche per Sit che era riuscito a imbarcarsi da solo.

fine della sintesi e del documento. Qui lasciamo da parte le spiegazioni di Albert Slosman sul giramento dell’asse della Terra che finisce il suo libro Il grande cataclisma.

fonti: La Grande Ipotesi e il Grande Cataclisma di Albert Slosman, Robert Laffont, ottobre 1982 e settembre 1988.

Estratti da questo libro, le mappe del continente di Atlantide prima e dopo il Grande Cataclisma

la carte de l'Atlantide avant le Grand Cataclysme, Albert Slosman
la carte de l'Atlantide après le Grand Cataclysme, Albert Slosman
la mappa dopo il Grande Cataclisma

Osiride, il sopravvissuto dalla pelle verde oliva.

Durante l’ultimo passaggio dell’asse della terra e l’invasione di Atlantide nelle profondità della terra, i sopravvissuti attraccarono sulle coste del Marocco e il fatto di vivere al livello del mare provocò un cambiamento del metabolismo, in particolare il colore del loro sangue passò dall’azzurro alla tonalità verde oliva. Quei sopravvissuti non avevano il sangue rosso.

Osiris le survivant à la peau vert olive

Questa immagine di Osiride, il sopravvissuto, racconta un fenomeno medico che è stato scientificamente provato.

fonte: Albert SLOSMAN: Il grande cataclisma, Robert Laffont, 1976 e I sopravvissuti di Atlantide, Robert Laffont, 1978.

Albert Slosman Le grand cataclysme
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Albert Slosman Les survivants de l'Atlantide

Documento: dalla Grande Ipotesi di Albert Slosman:

Dopo le prime settimane di euforia, sofferenza, ricerca per trovare altri membri di famiglie sopravvissute come loro, i superstiti di quello che fu Ahaa-Men-Ptah cominciarono a organizzarsi in Ta Mana per sopravvivere. Questa fu la prima idea che sopraffacì dal cataclisma: vivere il tempo di avvertire come era necessario le generazioni future che una simile disgrazia potrebbe verificarsi di nuovo se non obbedisce al Creatore di tutte le cose, compresi gli esseri umani che erano!

Così i primi Consigli degli Antichi, che riunirono coloro che erano sfuggiti al loro “mandjit”, grazie a Dio, cercarono i modi più semplici ed efficaci per imparare la lezione del passato per preparare un futuro migliore. Il Pontefice del Collegio dei sommi sacerdoti aveva previsto abbastanza quanto era accaduto: tocca a loro trarne la dura lezione del loro egoismo e della loro empietà.

I segni divini non erano stati seguiti, e questo doveva servire come esperienza, sia ai superstiti che alla loro discendenza, per tutta l’eternità.

…/… La disgrazia, tuttavia, ruotava attorno a coloro che si consideravano giustamente i discendenti di Ptah. Era impersonificato, in questo caso, dai ribelli nati da Seth, anch’essi sfuggiti in parte al Grande Cataclisma. Avevano formato il loro clan, più a sud, e si erano preparati anche alla partenza verso est alla ricerca di una nuova terra che i profeti assicuravano benedetta del Sole e dei suoi satelliti, proprio per loro. E le lotte tra le due tribù fratricide ripresero così.

Le tracce delle dure battaglie si ritrovano lungo una strada che ho percorso e che ho chiamato: “La via sacra delle Incisioni rupestri”. Infatti, come a Ta Ouz, non sono alcuni disegni che sono incisi nella pietra, ma centinaia e migliaia lungo la linea immaginaria oggi chiamata “Tropico del Cancro”: diciamo tra il 25esimo e il 35esimo parallelo. Così si è arrivati ai margini di una terra desertica il cui unico valico di frontiera con l’Algeria era il passo di Zenaga. Lì i due clan si incontrarono e lottarono ferocemente, lasciando notevoli incisioni rupestri in ricordo dei loro passaggi e delle loro battaglie.

La mappa mostra meglio la strada percorsa da quelli di Ousir-Ptah e da quelli di Seth-Râ.

…/… Questa strada tortuosa è stata scrupolosamente tracciata da me grazie alle migliaia di disegni che formano la Via sacra delle Incisioni rupestri, come è qui contrassegnata.

La voie sacrée des Gravures rupestres du Sahara vert suivie par les survivants du dernier Grand Cataclysme, dessin d'Albert Slosman
La via sacra delle Incisioni rupestri del Sahara verde seguita dai sopravvissuti dell’ultimo Grande Cataclisma, disegno di Albert Slosman

…/… Anche i combattimenti dei portatori di lance e asce contro i lanciatori di pietre, o i carri armati che cadono su uomini nudi, sono ampiamente dettagliati sulle rocce del Tassili-n’Ajjer, dimostrando, nella sobrietà delle incisioni, la successiva vendetta dei “Manistiou” sui “Râ-Sit-Ou”.

Questa seconda battaglia fu molto mortale perché anche le due parti si ritrovarono armate, dato che i “ribelli” avevano fatto un’ampia mietitura di picchi e asce durante la precedente invasione. Dopo questo scontro sanguinoso, gli adoratori di Râ furono nuovamente cacciati verso est, in un altro deserto. E l’avanzata della moltitudine di Ptah riprese anche verso l’oriente dove gli insediamenti attuali di Cabilia e Targhi sono i giusti rigetti degli Anziani, allo stesso titolo dei Berberi. Nacquero così i famosi “Serk-Kers”, gli “apripista del cranio”. Questa corporazione di trapanatori si stabilisce nell’Aurès dove ancora oggi esercita, con la stessa pratica e gli stessi strumenti di dieci millenni fa.

In questo luogo, dove tutta la popolazione nata da Ousir soggiornò più a lungo per riprendere forza, le incisioni sono più sottili e meglio incise. La calma permise senza dubbio a quest’arte di svilupparsi, poiché i “Ribelli”, dal canto loro, erano fuggiti fino ai contrafforti del Fez per stabilirvisi e riprendere fiato.

…/… Una sera, all’imbrunire, il gruppo di testa si trovò incastrato su un bordo invalicabile di scogliera, ma piacevolmente costellato di palme e alberi vari, oltre che di una sorgente. Solo all’ultimo momento, quando gli uomini giunsero davanti al vuoto, fecero gridare di gioia. In lontananza, illuminato dal tramonto, scintillava un grandissimo serpentino che, partendo dall’orizzonte settentrionale, sbarrava perpendicolarmente tutto il panorama fino a sud: il dono di Dio, il Nilo, era raggiunto!

…/… Migliaia di uomini, donne e bambini in generazioni compatte avevano trascorso centinaia e centinaia di anni attraverso la gigantesca distesa sabbiosa. Dopo il deserto libico erano appena giunti sull’altopiano che dominava in lontananza questo immenso anello del fiume, all’interno del quale cresceva una così verdeggiante oasi. Questo miracolo divenne il segno dell’Alleanza con Ptah: sarebbe Denderah!

Per i sommi sacerdoti, il significato di questo avvenimento non era in dubbio: era lì che avrebbe dovuto insediarsi in primo luogo la Doppia Casa della Vita, che sarebbe stata la detentrice di tutti i Testi sacri.

Le roman d'Eleusis à Denderah Temple de denderah
Il tempio di Denderah, scoperto nel 1798 da Desaix durante la campagna egiziana di Napoleone Bonaparte
le temple de Dendérah
L’ingresso al tempio di Denderah

fine del documento

Non è la prima volta che gli scienziati sollevano l’ipotesi di un “Sahara verde” in Europa.

Infatti, secondo gli esperti climatici, questa parte del mondo è stata coperta tempo fa da vegetazione e pozze d’acqua. Questo periodo, chiamato “periodo umido africano”, è passato da 15 000 anni a 5 000 anni fa. In quel periodo si verificò un grave fenomeno climatico, durante il quale cadde molta pioggia nel Sahara. A questo punto si sono formate delle pozze d’acqua come il lago Ciad o i ghiacciai trovati sul Kilimangiaro.

Dopo questo periodo, invece, nel -3000, ha avuto luogo un nuovo cambiamento climatico. Le piogge sono diventate molto più rare, causando un’intensa siccità, prati un tempo lussureggianti e nuovamente polverosi. Gli animali sono certamente morti a causa di questi cambiamenti. Gli uomini, invece, sono migrati dal Sahara verso le rive del Nilo.

La scoperta delle immagini rupestri del Sahara centrale,

ripercorre il percorso dei sopravvissuti all’ultimo grande cataclisma che si sono arenati sulle spiagge del Marocco a Capo Ta Mana a nord di Agadir. Albert Slosman nel volume 2 della sua trilogia descrive questo cammino dei due clan rivali basandosi su questi disegni rupestri che hanno lasciato dove si sono stabiliti, in particolare nel Tassili n’Ajjer.

Questa migrazione dei sopravvissuti dell’ultimo grande cataclisma è raccontata da Albert Slosman nel volume 2 I sopravvissuti dell’Atlantide, consegnato presentato sopra in questa pagina .

 Tassili n'Ajjer, dessin rupestre d'un groupe de personnes humaines
Le immagini nell’arte rupestre coprono un periodo di circa 10.000 anni. Più di 15.000 disegni e incisioni testimoniano i cambiamenti climatici, le migrazioni della fauna selvatica e l’evoluzione della vita umana ai confini del Sahara.
i discendenti dei sopravvissuti che fondarono la civiltà egizia a Dendera
Tassili n'Ajjer, dessin rupestre d'un troupeau de bovins avec leurs bergers.

Documento: La città di Séfar, nel Tassili n’Ajjer (wilaya di Djanet e Illizi, più di 2000 km a sud della capitale Algeri).

Séfar è la più grande città troglodita del mondo, dichiarata patrimonio dell’umanità dal 1982, il più grande museo all’aperto del mondo, che ospita centinaia di migliaia di incisioni, disegni e pitture rupestri, tra cui i famosi “Grandi Dei”, ” Marziani” “Teste Rotonde”.. di uno stile pittorico molto particolare, che sono tra i dipinti più antichi ed enigmatici del mondo, alcuni dei quali risalgono a più di 12.000 anni… Non dovremmo mai immaginare il passaggio da una cultura all’altra stile all’altro come una pausa chiara e breve. I Capsiani del periodo bubalino (il Paleolitico algerino), nel nord, non scomparvero improvvisamente per far posto a quelli che seguirono, nel sud. Possiamo progettare una sorta di dissolvenza delle immagini come usiamo nel cinema per dare l’impressione che stiano accadendo molte cose che non possiamo separare distintamente.

Le categorie in paleontologia sono sempre costruzioni umane che consentono la comprensione. Va notato che fino al Capsiano l’uomo non si rappresentava quasi mai.

Le incisioni di quell’epoca mostrano solo un bestiario pittorico. Il sacro rappresentato va dapprima verso l’esterno dell’uomo, l’animale, per ritornare a lui poco a poco. L’arte rupestre della prima metà del Neolitico del Tassili n’Ajjer (Algeria meridionale) offre la visione di un mondo quasi extraterrestre, popolato da strani personaggi che ricordano cosmonauti con l’elmo. Non ci sono armenti o scene di caccia nei dipinti di questo periodo. Le teste umane sono sistematicamente rotonde, semplici, decorate con motivi geometrici, dipinte con ocra rossa arricchita di bianco, grigio-blu e giallo.

tassili n'ajjer peintures rupestre le cosmonaute

source : https://www.facebook.com/groups/943518795754614/

video : https://www.youtube.com/watch?v=4tBKyL3679g

La cité perdue de Sefar Paysage extraterrestre SAHARA, Tassili n’Ajjer

Tassili N’ajjer, un film de Michel Meignant 1962

Conservare la memoria di questo grande cataclisma è una priorità politica

La prima finalità per i sopravvissuti è stata quella di tenere traccia e memoria di questo grande cataclisma per trasmettere questo fenomeno alle generazioni future e prepararle un giorno ad affrontare anch’esse un nuovo grande cataclisma.

E’ una questione di sopravvivenza dell’umanità

che passa attraverso la memoria della civiltà distrutta e attraverso la memoria dei sopravvissuti e delle loro tecniche, soprattutto le navi d’alto mare, i manjit, che permisero ai sopravvissuti di resistere alla furia degli oceani per trovare una nuova terra.

Questa missione è ottimizzata nel quadro di reti di saperi che lavorano a lunghissimo termine avviando, generazione dopo generazione, gruppi di scienziati che resteranno umili di fronte ai misteri della vita sulla Terra e non saranno tentati di utilizzare elementi di questa conoscenza per costruire miti e dogmi capaci di dare loro il dominio di un sistema di potere. Solo la pratica dell’iniziazione spirituale può garantire a un essere umano che non utilizzerà questa conoscenza antica per diventare un despota cinico capace dei peggiori crimini nella sua volontà altera di sottomettere i popoli alle sue volontà di ricchezze materiali.

Per gli studiosi dell’antichità e in particolare quelli del tempio di Dendérah, la specie umana deve essere in grado di sopravvivere al prossimo grande cataclisma e deve essere in grado di salvare la sua parte di eternità che la distingue dalle specie animali.

Le nuove tecnologie, in particolare l’osservazione della Terra da parte di satelliti sempre più potenti per osservare ogni minimo dettaglio sulla terra ma anche, di recente, sul fondo degli oceani, ci portano nuove scoperte. Queste sono immagini del fondo dell’oceano pacifico ad ovest della costa del Messico, non molto lontano da Tiahuanaco, dalle civiltà Maya, Azteca e Inca e altre civiltà ancora più antiche.

pyramides au fond de l'océan pacifique près des côtes du Mexique

piramidi sul fondo dell’oceano pacifico vicino alle coste del Messico

Questa possibile localizzazione di Atlantide deve ancora essere verificata con spedizioni scientifiche. La scoperta è stata pubblicata in un video nel 2016. La piramide più grande ai lati che misurano circa 13-15 km.

Secondo la leggenda delle Ande, i primi colonizzatori venuti da un altro pianeta si stabilirono a Tiahuanaco,

il loro primo rifugio sotterraneo, una volta acclimatati alla vita sul nostro pianeta.

I geologi di Tiahuanaco parlano di una rivolta brutale di oltre 3.000 metri di questa regione del lago Titicaca, che un tempo era a livello del mare. La colonia proveniente da un altro pianeta si sarebbe insediata su queste montagne di oltre 4000 metri di altitudine intorno a questo lago. Poi i loro più numerosi discendenti si stabilirono su altre montagne della stessa altitudine e questa regione fu inghiottita dall’ultimo grande cataclisma. Sapevano che nuovi cataclismi della stessa portata erano possibili sulla Terra e questa civiltà di Atlantide conservò le conoscenze dei loro antenati fondatori per prevedere quando sarebbe avvenuto un nuovo grande cataclisma. Si prepararono, e quando arrivò il momento una spedizione di navi riuscì a sopravvivere.

L’attività sismica residua di questa sollevazione della regione del lago Titicaca, si ritrova nella catena dei vulcani e delle montagne che si trova lungo tutto l’oceano pacifico dall’Alaska fino alla fine dell’America del Sud. Questi eventi sarebbero precedenti di centinaia di migliaia di anni all’ultimo Grande Cataclisma che ci interessa qui.

Questa città sommersa vicino a Cuba doveva trovarsi ad un’altitudine più alta. Si è verificato qui un crollo di 3000 metri o più? Altrimenti, questa regione a livello del mare era abitata dai discendenti di Tiahuanaco meglio acclimatati alla vita sulla Terra e altri erano rimasti sulle alte montagne di oltre 4000 metri che sono state anch’esse inghiottite dal magma?

Il mistero delle Ande fino ad oggi non è stato risolto, ma sta cominciando a essere compreso. Ancora una volta, ciò che disturba la ricerca sono gli indizi, i resti di una civiltà portata da esseri venuti da un altro pianeta per trovare un rifugio sulla Terra. Una piramide di oltre 13 km non è stata costruita da esseri umani, nemmeno da giganti umani. Ma i costruttori di questa piramide, che dovevano conoscere la potenza dei possibili cataclismi sul pianeta Terra, hanno fatto bene a costruirla così gigantesca ai nostri occhi poiché si trova ancora sotto l’oceano.

Nel 2023, questi grandi cataclismi sono stati ignorati dai leader dei sistemi di potere e delle teocrazie fanatiche. Invece ci sottomettono al nuovo dogma della riduzione del CO2 e a quello del cambiamento climatico come se i climi sul nostro pianeta fossero stati sempre stabili. Vogliono profitti miracolosi e stabili e credono di essere predestinati a governare il mondo secondo le loro direttive divine. Ignorano tutte le Leggi divine e la Matematica celeste insegnate dai sopravvissuti all’ultimo Grande Cataclisma nel primo tempio che hanno ricostruito sulle rive del Nilo, dove il fiume gomita e confina il tempio su due lati, di fronte a Tebe, a Denderah.

Veicoli volanti che monitorano ciò che accade sulla Terra

Dopo l’ultimo grande cataclisma, dodicimila anni fa, alcuni dei sopravvissuti che si trovavano nei pressi dell’attuale Polo Nord, guidati da Rama, marciarono verso l’Himalaya per poi discendere nelle valli dell’attuale India. L’Himalaya e l’India furono risparmiate dalle conseguenze di quest’ultimo grande cataclisma e la vita poté riprendere il suo corso più rapidamente. Gli scritti conservati sono quindi molto preziosi per completare le vestigia dell’antica conoscenza salvate dai sopravvissuti che vennero a fondare la civiltà egizia.

Documento:

L’antica India ha una delle storie più lunghe del mondo e i suoi principali testi antichi, i Veda, sono uno dei più grandi scritti antichi sul pianeta Terra. È interessante notare che questi antichi testi risalenti a migliaia di anni fa parlano di “veicoli volanti che visitarono il loro continente oltre 6.000 anni fa”. Composti in sanscrito vedico, questi testi costituiscono lo strato più antico della letteratura sanscrita e le più antiche scritture dell’Induismo.

Molti trovano questi testi antichi affascinanti e confusi. L’antico libro Vaimanika Shastra o La scienza dell’aeronautica menziona dettagli incredibili sui veicoli controllati dalla mente, utilizzando la tecnologia ormai perduta a cui avevano accesso le culture antiche.

Ma questi scritti affascinanti non menzionano solo i veicoli controllati dalla mente, ma descrivono in dettaglio tecnologie affascinanti come la levitazione e l’antigravità, tecnologie futuristiche che erano presenti sulla Terra più di 6.000 anni fa.

Molti studiosi hanno considerato il libro sacro del Vaimanika Shastra come una guida allo spazio, ai viaggi spaziali e ai viaggi interstellari.

Per comprendere cosa ci dice il Vaimanika Shastra, ci rivolgiamo a un noto studioso di sanscrito, il dottor V. Raghavam, che ha scritto oltre 120 libri e 1200 articoli e ha vinto il Premio Sahitya Akademi per il sanscrito nel 1966.

Secondo il dottor V. Raghavam, gli esseri umani vivevano su altri pianeti e gli esseri extraterrestri visitavano i nostri antenati migliaia di anni fa. Il dottor Raghavan avrebbe affermato: “Cinquant’anni di ricerca su questo antico lavoro mi hanno convinto che esistono esseri viventi su altri pianeti e che visitavano la Terra già nel 4000 a.C. »

Spiega inoltre: “C’è una ricchezza di informazioni affascinanti sulle macchine volanti e persino sulle armi fantasy di fantascienza, che possono essere trovate nelle traduzioni dei Veda (scritture), nei poemi epici indù e in altri testi antichi in sanscrito. »

Molti altri ricercatori e autori concordano con il dottor Raghavan. Ci sono molte prove scritte nel Mahabharata e nel Ramayana dove troviamo tutti i tipi di tecnologia.

Il dottor A.V. Krishna Murty, professore di aeronautica presso l’Indian Institute of Science, Bangalore, dice: “È vero”, dice il dottor Krishna Murty, “che gli antichi Veda indiani e altri testi si riferiscono all’aeronautica, alle astronavi, al volo”. macchine, agli antichi astronauti”.

“Uno studio dei testi sanscriti mi ha convinto che l’antica India conosceva il segreto della costruzione di macchine volanti e che queste macchine erano modellate su astronavi di altri pianeti.”

Sembra che ovunque tu vada e ovunque tu sia, tutte le culture antiche menzionano dettagli affascinanti che vengono interpretati erroneamente dagli studiosi tradizionali.
Molti testi antichi riportano brani di “storia dimenticata” e di “storia nascosta”.

fonte: Astro Universe, 23 settembre 2022, Astro

Possiamo capire da questi testi indù che ci furono effettivamente visite di macchine volanti dopo l’ultimo grande cataclisma per valutare la situazione della Vita sulla Terra ma possiamo anche capire che le regioni non distrutte furono in grado di preservare la conoscenza per costruire macchine volanti.

È certo che nei quattro millenni successivi all’ultimo grande cataclisma, anche queste regioni dell’India e dell’Asia persero la possibilità di continuare a costruire macchine volanti. La distruzione di miniere, fabbriche e mezzi di trasporto quasi ovunque sulla Terra ha reso impossibile continuare con queste tecnologie. Solo la conoscenza potrebbe essere salvata.

Nei templi sulle rive del Nilo, la matematica celeste insegnava le misurazioni del globo terrestre per monitorarne le deformazioni e la data imminente di un nuovo grande cataclisma. Gli scienziati hanno addestrato i loro studenti al calcolo delle ellissi e delle traiettorie dei razzi senza la possibilità di costruire nuove macchine volanti. La priorità restava la sopravvivenza delle specie viventi con l’agricoltura e la conservazione delle vestigia degli antichi saperi in templi e città capaci di sopravvivere a nuovi cataclismi.

La città dei giganti in Etiopia e la presenza di giganti in tutti i continenti

Il mistero delle Ande, molto prima dell’ultimo grande cataclisma, racconta che gli esploratori giunti da Venere sulle sponde del Lago Titicaca, volevano ripopolare la Terra e realizzarono esperimenti biologici per creare razze diverse nella specie umana.

Il loro obiettivo è stato quello di fornire una grande opportunità di sopravvivenza ed espansione per la razza che si sarebbe adattata meglio alla vita sulla Terra. Cosa che non sapevano poiché provenivano da un altro pianeta. Ai discendenti fu dato un consiglio: la razza più adattata doveva eliminare le altre meno adattate.

Gli abitanti di Tiahuanaco facevano parte del gruppo umano più adattato poiché sono i discendenti diretti degli esploratori di un altro pianeta, Venere, le cui condizioni di vita erano ancora abbastanza vicine a quelle della Terra a quel tempo. Nelle Ande viveva anche la razza dei giganti, molto meno adattata e questi giganti sapevano che dovevano scomparire come le altre razze poco adattate. È probabile che i giganti siano riusciti ad adattarsi nonostante tutto e recentemente siano scomparsi, tra le ultime razze poco adattate alla vita sulla Terra.

I sopravvissuti all’ultimo grande cataclisma e tra loro i discendenti di Atlantide, conoscevano i giganti e sapevano dove risiedevano. Un caso è molto interessante: quello degli altopiani dell’Africa orientale in Etiopia. Questa regione servì anche come rifugio per i sopravvissuti come l’Himalaya, il Caucaso, l’Alto Atlante marocchino e, naturalmente, le Ande di Tiahuanaco.

La scoperta nel 2017 di una città dei giganti in Etiopia completa il puzzle della storia antica delle civiltà di queste regioni dall’Etiopia, alla Nubia, alla Valle del Nilo fino al bacino del Mediterraneo e all’Europa meridionale. I giganti, soprattutto nell’America centrale e meridionale, secondo le leggende locali, aiutarono la razza più adattata della specie umana a costruire imponenti monumenti capaci di sopravvivere ai millenni e alle catastrofi naturali. Lo scopo di questi monumenti è oggi riconosciuto: testimoniare l’ultimo grande cataclisma e preparare l’umanità e le specie viventi all’arrivo del prossimo grande cataclisma per cercare di sopravvivere anche a questa distruzione e a queste migliaia di anni di vita nei rifugi naturali di alta montagna in attesa che l’atmosfera ritorni respirabile per la vita sulla Terra.

In Messico, le piramidi Maya, secondo la gente del posto, furono costruite dai giganti. Perché dovrebbe essere diverso sulle rive del Nilo? Gli egiziani, discendenti degli Atlantidei, non andavano in Nubia solo per cercare l’oro che veniva raccolto con la pala senza chinarsi. Lì vicino c’è questa città dei giganti appena riscoperta… Allora?

documento:

Skeletons Found in an Ancient City Reʋeal Historical Secrets of East Africa

Arсhаeologіѕtѕ froм the Unіʋerѕіty of Exeter аnd the Ethіoріаn Authorіty for Reѕeаrсh аnd Conѕerʋаtіon of the Culturаl Herіtаge hаʋe unсoʋered а long-forgotten мetroрolіѕ іn the Hаrlаn аreа of eаѕtern Ethіoріа, known аѕ the аnсіent ‘Cіty of Gіаntѕ’ eѕtаƄlіѕhed іn the 10th сentury BC

Well, thаt truly hаррened іn thіѕ Ethіoріаn regіon. The сonteмрorаry reѕіdentѕ tell of gіgаntіс сonѕtruсtіonѕ Ƅuіlt of gіаnt Ƅloсkѕ thаt enсіrсled the Hаrlаа ѕіte, leаdіng to wіdeѕрreаd ѕрeсulаtіon thаt іt wаѕ forмerly hoмe to а fамouѕ Cіty of Gіаntѕ.

City of Giants at Harlaa
City of Giants at Harlaa

source : Skeletons Found in an Ancient City Reʋeal Historical Secrets of East Africa

Le recenti scoperte in Siberia e nel Grande Nord

documenti: estratti

Al momento, solo a Taimyr, sono stati scoperti oltre 30 siti di antichi popoli. L’età delle colonie varia da 40.000 a 230.000 anni. Tracce di una civiltà inesplorata di metallurgici nel Grande Nord risalenti a 12.000 anni fa.

Arkaim: l’antica città russa e l’origine artica della civiltà.

Si ipotizza che 100.000 anni fa o anche più, un grande popolo dell’era glaciale che osservava le stelle viveva nella regione artica, allora zona temperata, prima di migrare verso sud nell’Asia interna, quando le condizioni cambiavano e le grandi calotte glaciali si scioglievano.

Eppure è l’Asia centrale e interna più ad est, una vasta terra di steppe, montagne e deserti di sabbia, i cui abitanti conservano i ricordi più significativi di un’epoca inimmaginabile in cui le città popolavano i deserti e una razza più anziana camminava sulla terra. E sono proprio queste regioni uralo-altaiche ad essere in primo piano ora che la ricerca sulle radici dell’Homo Sapiens prosegue e si apre la strada a un futuro sostenibile.

Arkaim: una città dell’età del bronzo nel sud degli Urali. Nel 1987, nel mezzo della steppa russa, un team di archeologi russi ha dissotterrato le rovine di una città fortificata chiamata Arkaim, provocando un grande fermento tra le file scientifiche e un’ondata di entusiasmo neopaano e nazionalista tra gli intellettuali russi.

Costruito su un principio circolare intorno a una piazza centrale, con una sessantina di case semi-piroghe costruite nelle sue mura, il regolamento era situato nel sud degli Urali, vicino alla città russa di Chelyabinsk. Era difeso da due mura concentriche di blocchi di argilla e adobe su un telaio di legno, e poteva essere penetrato solo da quattro passaggi complessi che avrebbero reso l’ingresso dei nemici estremamente difficile.

Gli abitanti e la piazza centrale comune erano quindi ben protetti dal piano difensivo di Arkaim rivolto verso l’interno. La città si è rivelata strettamente allineata a diversi punti di riferimento celesti e sarebbe stata quindi un osservatorio, una fortezza, un centro amministrativo e religioso.

Soprannominato “lo Stonehenge russo”, questa colonia dell’età del bronzo aveva circa 3.600 anni ed era contemporanea alla civiltà creto-micenea, all’Impero egizio di Mezzo e alle civiltà mesopotamica e alla valle dell’Indo, e più antica di diversi secoli rispetto alla leggendaria Troia di Omero, la cui disposizione circolare gli assomigliava così strettamente.

A seguito di questi interessanti scavi, nella valle di Arkaim sono state scoperte oltre venti altre colonie fortificate e necropoli, alcune delle quali in pietra, più grandi e impressionanti di Arkaim. Con Arkaim forse la sua capitale, il complesso è stato chiamato il paese delle città e ha presentato agli scienziati molti misteri.

Questa è stata la prima prova concreta di una civiltà neolitica persa nel sud della Russia, confermando ciò che si era creduto a lungo, che gli Urali meridionali e il nord del Kazakistan, situati al confine tra Asia ed Europa, erano una regione importante nella formazione di un complesso ariano.

Altre rivelazioni della sofisticata scienza astronomica dei Sumeri hanno convinto Wilson che gli astronomi caldei capiscono il nostro sistema solare come Isaac Newton.

In effetti, Wilson è arrivato a credere che una conoscenza scientifica dell’universo esistesse sulla Terra 64.000 anni fa, se non molto più a lungo.

Chiaramente, Arkaim era un Centro di Saggezza in una rete di tali Centri che un tempo collegavano tutti i popoli preistorici della terra gli uni agli altri sotto l’egida spirituale della religione del Pilastro e delle sue élite sacerdotali.

I resti di innumerevoli cerchi di pietra, menhir e simili città di Troia sono sparsi in tutta Europa, nelle Americhe, nell’Eurasia e nelle terre del Pacifico, memoriali di grandi migrazioni incrociate di popoli, tutti fedeli allo stesso principio assiale che collega la terra ai cieli.

fine dei documenti.

Queste scoperte nel Grande Nord dimostrano due conoscenze finora trasmesse da altre civiltà:

  • queste regioni hanno avuto un clima temperato con una vegetazione abbondante prima che un grande cataclisma le posizionasse vicino al polo nord. I reperti di fossili di mammut conservati intatti nel ghiaccio con nello stomaco piante non digerite, indicano che questo cambiamento di latitudine è stato molto rapido e che il congelamento di queste regioni è stato immediato.
  • la civiltà di Thule e dei suoi sopravvissuti all’ultimo grande cataclisma di 12.000 anni fa, non è solo un mito conservato nei templi sulle rive del Nilo, ma anche questa civiltà è riuscita a sopravvivere rimanendo sul posto o migrando verso l’Asia centrale e l’India oltre l’Himalaya. Questa migrazione guidata da Rama è conosciuta da tempo attraverso i millenni della nostra umanità sopravvissuta all’ultimo grande cataclisma. I sacerdoti di Denderah hanno affidato al greco Pitagora, dopo aver superato la sua iniziazione egiziana, che doveva proseguire questa iniziazione d’ora in poi con gli studiosi di Thule che possedevano conoscenze più elevate che in Egitto.

Un altro esempio della rivolta di una catena montuosa, i Pirenei

Secondo i geologi questo massiccio dovrà diventare un nuovo Himalaya e probabilmente con vette ancora più alte.

documento:

Veduta aerea del massiccio della Lardana nei Pirenei, Spagna. Un luogo unico per tutti coloro che amano la geologia strutturale, la tettonica (con tante pieghe, faglie, ecc.) e un paesaggio meraviglioso!! Lardana è una montagna importante di 3375 m sul livello del mare nei Pirenei spagnoli. È il risultato di due orogenesi: inizialmente le sue rocce furono piegate e schiacciate circa 310 milioni di anni fa, quando il microcontinente iberico si scontrò con il continente eurasiatico. Successivamente, quando l’Africa si spostò contro l’Eurasia e le Alpi si espansero, le rocce Lardana furono spinte verso l’alto.

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Guarda questa foto aerea sul tuo desktop: ci sono molti dettagli chiaramente visibili quando ingrandisci l’immagine

fonte: Fotografia Bernhard Edmaier

La domanda essenziale resta: quanto tempo è durato l’innalzamento di queste catene montuose? Quanti potenti terremoti sono avvenuti per ottenere questo risultato?

L’8 settembre 2023 il terremoto dell’Atlante in Marocco di potenza 7,2 ha provocato uno spostamento di un metro per un innalzamento di 15 cm delle montagne.

E questi terremoti non hanno nulla a che vedere con l’Apocalisse, il Grande Cataclisma e l’inclinazione della terra sul suo asse per trovare un nuovo centro di gravità. Inoltre, questo spostamento è ciclico ed è legato alla precessione degli equinozi nel percorso della Terra attorno al Sole. A volte questo Grande Cataclisma provoca meno danni e a volte distrugge un continente che sprofonda nell’oceano mentre altrove si verifica una grande rivolta, ogni volta accompagnata da un’intensa attività vulcanica che impedisce ai raggi del sole di penetrare in superficie, il suolo e soprattutto che riempie l’atmosfera con gas tossici che distruggono le specie viventi.

Le migrazioni causate dall’ultima era glaciale prima dell’ultimo Grande Cataclisma.

L’ultimo grande cataclisma segna anche la fine dell’ultima era glaciale in Europa. Durante questa era glaciale, le persone dal nord Europa migrarono verso il Nord Africa per trovare regioni con un clima più mite.

Esempio: berberi biondi con gli occhi azzurri.

I Berberi sono una popolazione del Nord Africa che conta circa 35 milioni di persone. Una parte di lui, ormai non molto alta, ha la pelle estremamente chiara, occhi azzurri e capelli biondi. Questa popolazione, insolita per una regione dai capelli scuri, è conosciuta fin dall’antichità e un tempo era, in proporzione, molto più numerosa.

I romani dicono, sicuramente esagerando, che ci sono più bionde in Africa (Tunisia) che in Germania.

Ma ancora nell’alto Medioevo, la regina berbera Kahina, che governava su una confederazione di berberi e berbero-romani (link video nei commenti), viene descritta come avente “capelli color miele”. Ricordiamo anche che i Berberi costruirono una componente fondamentale per l’Africa romana: erano una parte consistente dell’esercito di Eraclio, avevano la cittadinanza, usavano il latino come lingua ufficiale, i loro capi si proclamavano “re dei romani” ecc. Sant’Agostino era di origine berbera o semi-berbera.

la regina berbera Kahina,

Le testimonianze archeologiche ci raccontano di una popolazione bionda estremamente antica, risalente forse a 50.000 anni fa. Poi, durante le ultime grandi migrazioni celtiche, parte di queste popolazioni giunsero anche in quelle regioni del Nord Africa dove i loro antenati si erano insediati diversi millenni prima.

La Francia 21.000 anni fa, prima dell’ultimo grande cataclisma

Questa carta presenta la situazione dei ghiacciai e della vegetazione, dei laghi del Reno, di quelli del Giura….

Albert Slosman nei suoi libri indica che, secondo gli scritti dei templi egiziani, i papiri e gli affreschi murali, il continente di Atlantide che fu inghiottito dal magma si trova sullo stesso parallelo del Marocco e della regione di Agadir dove sbarcarono i sopravvissuti. Questa regione quindi non si trovava nella zona glaciale. Aveva montagne alte più di 4.000 metri ed era stato colonizzato dai discendenti dei primi abitanti di Tiahuanaco che provenivano da un altro pianeta, sicuramente da Venere, e che trovarono condizioni di vita al di sopra di questa altitudine simili a quelle del loro pianeta divenuto inabitabile .

Questa mappa presenta quindi la Francia come dovevano conoscerla gli Atlantidei prima della distruzione del loro continente.

documento: FB 03/07/2024 pubblicato da Bertrand Bordage Léneau

Un po’ di preistoria tanto per cambiare… ecco come appariva la Francia 21.000 anni fa quando l’Homo Sapiens decorava la grotta di Lascaux e la temperatura media era solo 6 gradi più bassa di quella odierna: il ghiacciaio polare ricopriva la Gran Bretagna, la Manica si poteva attraversare piede, la Bretagna era molto più grande come tutta la costa atlantica!
Lo si trova nel favoloso atlante archeologico dell’Inrap appena pubblicato da Ed_Tallandier.

https://x.com/Lucius_Gellius/status/1729212930267230288?s=20

la France il y a 21 000 ans sous la période de la glaciation

L’insegnamento del mistero dell’Apocalisse chiudeva la più alta iniziazione a Denderah. 

Il cuore del tempio è proprio il santo dei santi, la camera chiusa in cui gli iniziati si separano dal loro corpo carnale per fondere la loro mente con la loro anima e giungere oltre il pozzo di luce, nell’eternità e la presenza del mondo superiore. Gli iniziati che tornavano da questa decorporazione, ricevevano i misteri dell’Apocalisse e poi, all’uscita dal tempio, il titolo di Figlio di Dio, questo dio percepito come il creatore dell’universo.

Sapevano che gli esseri venuti da Venere, i loro antenati, non erano degli dei, ed è probabile che questi esseri abbiano imparato alle loro creazioni umane, l’approccio spirituale che ci permette di trovare le nostre ragioni di vivere e di incontrare i misteri della vita creati da qualcuno che è più facile chiamare Dio, un dio unico creatore di tutto, poiché è impossibile entrare direttamente in contatto con lui senza aver oltrepassato il confine della zona dell’eternità.

Ma gli iniziati di queste civiltà sapevano, come oggi, che è possibile incontrare presenze nel mondo superiore una volta usciti dal pozzo di luce.

La sacra conoscenza egiziana era duplice per ragioni di sicurezza e per preservare la missione fondamentale di conservare tale conoscenza per migliaia di anni fino al prossimo grande cataclisma: doveva essere introdotta spiritualmente per ricevere la più antica conoscenza ermetica nel cerchio d’oro della doppia casa di vita di Denderah: le leggi divine e la matematica celeste.

Per i non iniziati e per coloro che non volevano diventarlo, i sommi sacerdoti e i maestri spirituali istituirono una religione convenzionale che usava i nomi di dei e semidei. Siamo in presenza di un’utilizzazione ottimale della fonte primaria di conoscenza per costituire un gruppo di scienziati e di capaci di assicurare un livello di vita materiale adeguato e di garantire ai loro popoli risposte valide perché trovino le loro ragioni di vita.

Ma questa scelta degli spiritualisti egiziani era ad alto rischio: il piccolo gruppo che aveva condiviso la più alta iniziazione al di là del pozzo di luce poteva essere massacrato durante un’invasione e la pratica di questa alta iniziazione poteva allora perdersi. Questo è ciò che è accaduto durante l’invasione dei popoli del mare, i fenici venuti dal paese di Canaan, cioè l’attuale Libano e Palestina. L’invasione degli Hyksôs, i primi uomini di origine straniera a dominare sul delta orientale del Nilo, nel nord dell’Egitto, rimase probabilmente al potere tra il 1638 e il 1530 a.C., durante quelle che furono poi chiamate la 14a e la 15a dinastia dell’antico Egitto. Durante questa invasione, i riti iniziatici più alti come quelli di Denderah furono distrutti e persi per sempre.

L’altro rischio, una volta eliminati gli addetti ai lavori, era quello di lasciare solo le tracce di una teocrazia e di un sistema di potere religioso come quelli degli altri popoli, portando confusione ed errori di comprensione nella lettura della civiltà egiziana. Vedremo in seguito che i maestri spirituali prenderanno in considerazione queste debolezze e questi rischi per sviluppare movimenti spirituali più solidi e universali.

Il mistero dell’Apocalisse si spiega attraverso la storia dell’Ultimo Grande Cataclisma.

L’apparente contraddizione tra l’ottenimento del dono assoluto d’Amore nell’incontro con i misteri della Vita dopo aver oltrepassato il pozzo di luce e la rivelazione della distruzione della Vita sulla Terra

è risolta in due fasi iniziali, due incontri nella Vita dopo la vita umana.

  • All’insider viene proposta una nuova incarnazione della sua anima su un pianeta dove la condizione umana è molto migliore in una civiltà molto più avanzata e pacificata. In tal caso, gli è stata fatta una seconda proposta su un altro pianeta a livello di vita e una civiltà altrettanto evoluta. Queste proposte sono presentate da colui che vive in noi ed è lo stesso in ognuno di noi, sulla Terra e in Cielo e quindi almeno anche su questi due pianeti in altri universi. L’insider non è dunque perduto e la sua scelta si basa su un’immensa fiducia con colui che lo ha accolto all’uscita del pozzo di luce e che gli ha chiesto di tagliare tutti i legami con il suo corpo carnale rimasto sulla Terra. È l’insider che prende la decisione di lasciare morire il suo corpo carnale seguendo la sua anima nella Vita secondo la vita umana terrena. In quel momento, non sa ancora che gli verrà proposta l’idea di andare su un altro pianeta in una condizione umana molto più evoluta che sulla Terra. La morte sulla Terra a seguito di un Grande Cataclisma è quindi solo una circostanza eccezionale e terribile di finire la sua condizione umana prima di vivere altrove.
  • Certo, sono milioni, miliardi di persone che muoiono insieme nello stesso momento senza dimenticare gli altri esseri viventi sulla Terra, ma questo è facilmente compreso dall’insider dopo il suo passaggio dopo il pozzo di luce. Sulla Terra, nell’incontro con colui che vive in noi ed è lo stesso in ognuno di noi, ha imparato a utilizzare le connessioni con l’Energia della Vita che permette spostamenti al di fuori del nostro universo e del nostro corpo carnale terrestre per fondersi con altre presenze presentate grazie a colui che vive in noi. Queste capacità di fusione senza limiti con tutto ciò che ci appare nella Vita dopo la vita umana ci dimostrano che non c’è “coda” per coloro che sono morti nei loro corpi carnali sulla Terra o altrove su altri pianeti. Queste fusioni senza limiti, una volta padroneggiate, sono la base del potere della trasfigurazione.L’insider sperimenta in una tappa iniziatrice la sua trasfigurazione che è possibile nella sua condizione umana terrestre e che lo prepara così alle sue capacità di trasfigurazione che sono costantemente utilizzate nella sua Vita secondo la vita umana sulla Terra o su altri pianeti.

Questi passi iniziatici fanno parte dell’insegnamento delle Leggi Divine che hanno avuto luogo nel tempio di Denderah e che può essere ottenuto in qualsiasi altra parte della Terra o su altri pianeti. Insomma, l’insider non ha alcuna ragione spirituale né intellettuale per avere paura dei Grandi Cataclismi che ciclicamente colpiscono la vita del pianeta Terra. Colui che vive in noi ci insegna che la Terra è un pianeta particolarmente instabile rispetto agli altri pianeti abitati, ma che questa riserva di vita deve anche essere abitata. Il suo insegnamento descrive i diversi aiuti che sono in atto per aiutarci a vivere sulla Terra nonostante l’instabilità del nostro pianeta. Questo mistero dell’Apocalisse è legato alla Vita del Cosmo e delle galassie, degli altri universi in continuo movimento con nascite stellari e distruzioni di pianeti e galassie da parte dei Buchi Neri e di altri passaggi dimensionali della Vita.

La rivelazione sulla Terra del mistero dell’Apocalisse.

Gli iniziati, uomini o donne, bambini, che hanno superato la loro iniziazione spirituale nel tempio di Denderah, avevano il potere di parlare del mistero dell’Apocalisse e solo insegnando con la parola. Era loro proibito scrivere la rivelazione di questo mistero. Per presentarsi ad altri ricercatori in cerca di spiritualità e dell’incontro con i misteri della Vita, lasciando Denderah, essi portavano il titolo di Figlio o Figlie di Dio.

Abbiamo appena descritto brevemente le tappe del cammino spirituale iniziatico che ci prepara all’incontro con i misteri della Vita e alla Vita secondo la vita umana terrena. Abbiamo precisato che si tratta dell’insegnamento delle Leggi divine praticato a Denderah.

Il racconto dell’ultimo Grande Cataclisma, in particolare di Albert Slosman nei suoi libri, indica che a seguito del cedimento di una parte settentrionale del continente di Atlantide, venticinquemila anni prima della nostra era, e che è stato colmato dal Mare del Nord, gli scienziati atlantici hanno cercato di capire le influenze del cosmo e del Sole sulla vita del nostro pianeta.

Seguivano in particolare Sirio, Orione, Regolo, che è la stella più luminosa della costellazione del Leone durante la quale si è verificato l’ultimo Grande Cataclisma.

“In Persia, Regulus fu chiamato “la reale”. Era una delle quattro stelle che segnavano i solstizi e gli equinozi e segnava il solstizio d’estate. In Cina, è la “Grande Maestra” ed è collegata alla Grande Dea, alla Madre Divina. Si trova nella costellazione del drago celeste, principio dell’energia primordiale. Alcuni medium o occultisti dicono che potrebbe essere una piattaforma per persone di altri sistemi solari. Essa simboleggia il fuoco reale del cuore; è quella che permette, dopo aver superato la prova del fuoco, di avanzare sulla Via di Mezzo verso la realizzazione del suo scopo d’incarnazione e di comprenderne l’importanza. Régulus è una stella estrema perché nessuna stella ruota più veloce di questo sole distante. Ruota intorno al suo asse ad una velocità folle di 1,2 milioni di km/h, il che la rende la stella più appiattita dell’emisfero celeste settentrionale. Il suo diametro equatoriale è 30% più grande del diametro polare! Se Regulus ruotasse anche solo il 4% più velocemente, le forze centrifughe la farebbero a pezzi. Regulus ha una massa di circa 3,5 masse solari ed è una stella giovane, che ha solo poche centinaia di milioni di anni. Ruota molto velocemente, in 15,9 ore, dandole una forma molto “appiattita”. Regulus è una stella distante circa 77,5 cal e il suo diametro è stimato a 5 volte quello del nostro Sole.”

Tre esopianeti leggermente più grandi della Terra – raggi di 2,1, 1,7 e 1,5 volte quelli del nostro pianeta – sono stati scoperti dai dati raccolti durante la nuova serie di campagne di osservazione del telescopio spaziale Kepler (NASA). Sono in orbita attorno a una stella della costellazione del Leone, chiamata EPIC 201367065; è una nana rossa di tipo spettrale M, con quasi 0,6 masse solari e 0,56 raggi solari, distante quasi 150 anni luce da noi.”

La storia raccontata dai sopravvissuti all’ultimo Grande Cataclisma attraverso la matematica celeste mostra che gli scienziati atlantici erano preoccupati per l’influenza dannosa di alcuni pianeti nella loro navigazione celeste. La costellazione del Leone e l’influenza di Regulus, cinque volte più grande del Sole, non sono passate inosservate.

Gli iniziati di Denderah sono stati portatori di queste conoscenze scientifiche intellettuali. Il loro scopo è noto da quest’ultimo Grande Cataclisma: preparare la nostra umanità ad affrontare il prossimo Grande Cataclisma. La difficoltà di questo insegnamento risiede nell’obbligo di utilizzare costantemente insieme le nostre due fonti di conoscenza: la fonte personale iniziatica spirituale e la fonte intellettuale razionale. L’insegnamento delle Leggi divine può svolgersi solo con quello della Matematica celeste. La matematica celeste riguarda la geometria del cielo, ma anche le ellittiche e soprattutto i metodi di costruzione e di navigazione dei mezzi di trasporto celesti che i loro antenati di un altro pianeta, Venere, avevano utilizzato. Che si tratti delle Ande, dell’America Centrale o del Sahara, i disegni delle astronavi, i primi cosmonauti, sono qui per raccontarci le nostre origini.

Ovviamente, l’insegnamento del mistero dell’Apocalisse è universale e rassicurante. La Vita non si ferma quando distrugge parzialmente o totalmente il pianeta Terra. Siamo solo un rifugio di vita molto instabile. C’è molto di meglio da qualche altra parte!

La storia dell’antico Egitto si sta facendo sempre più viva, e gli errori degli storici dei secoli precedenti vengono corretti. Conosciamo meglio gli scienziati greci che sono stati a Denderah come Pitagora o negli altri templi sulle rive del Nilo. L’Egitto, fondato dai discendenti dei sopravvissuti atlantici dell’ultimo Grande Cataclisma, è rimasto a lungo una terra di accoglienza per le popolazioni circostanti attratte dalla sua cultura umanista e dai raccolti provenienti dalla fertilità delle terre del Nilo. Per esempio, usando il documento sulle Hyksos citato in precedenza in questo documento, gli storici ora ammettono questa realtà storica.

“Ma “in realtà la teoria dell'”invasione” hyksos non è più ammessa almeno dalla fine degli anni ’90”, spiega a Science et Avenir l’egittologo Giuliano Siesse, specialista del Medio Impero e del Secondo Periodo intermedio.

“Si tratta piuttosto di una progressiva immigrazione nel delta orientale del Nilo, a partire dalla corrente della dodicesima dinastia, di popolazioni siro-palestinesi, forse mercanti levantini, nella città portuale di Tell el-Dab’a” prosegue Julien Siesse. Gli Hyksos si sarebbero insediati nella regione diverse generazioni prima della loro presa di potere, e non con la forza, come suggerisce la versione dell’invasione. Questo errore storico è dovuto alla tradizione riportata dal sacerdote egiziano Manethon.”

Nessun archivio egiziano, né di alcuna altra cultura, indica che gli Hyksos fossero schiavi in Egitto, e non c’è assolutamente alcuna indicazione che fossero ebrei, solo che parlassero e scrivessero una lingua semita. Le origini etniche degli Hyksos sono sconosciute, così come la loro sorte quando furono cacciati dall’Egitto da Ahmose I di Tebe (c. 1570-1544 a.C.), che inaugurò l’era del Nuovo Impero d’Egitto (c. 1570-1069 a.C.)”

Il Figlio di Dio dopo aver lasciato Denderah per insegnare il mistero dell’Apocalisse doveva quindi proteggersi dai tiranni e dai capi della guerra e doveva accontentarsi di formare una minoranza attiva di iniziati capaci di conservare questo mistero dell’Apocalisse attraverso i millenni fino a quando i segni dei movimenti celesti e l’attività del Sole indicano che il nostro pianeta subirà un nuovo cambiamento del suo centro di gravità. I discendenti dei sopravvissuti dell’ultimo Grande Cataclisma devono possedere queste conoscenze delle Leggi divine e della Matematica celeste.

Queste conoscenze sono sullo sfondo del mistero dell’Apocalisse. Rimangono questioni di forme da utilizzare per trasmettere queste conoscenze nel miglior modo possibile.

La storia dell’ultimo Grande Cataclisma riportata da Albert Slosman, indica che i calcoli dei Grandi Sacerdoti erano esatti per prevedere l’imminenza del ribaltamento del centro di gravità della Terra a causa della crescente influenza nefasta del Leone. Ma quando scoppiò l’attività sismica e le eruzioni dei vulcani e le nuove faglie nella corteccia terrestre che lasciavano scorrere masse gigantesche di magma e così precipitarono rapidamente il continente sotto l’acqua dell’oceano, il panico e l’incredulità della maggior parte degli abitanti guadagnarono la popolazione. Pochi mandjit riuscirono a lasciare i porti per finire ad arenarsi sulle coste del continente africano nella regione del Marocco.

L’insegnamento delle conoscenze è una cosa con la sua pedagogia, la condotta delle operazioni di salvataggio è un’altra cosa e l’area di una gestione di crisi che utilizza un comando preciso e rigoroso di tipo militare con ordini da seguire ad ogni costo per evitare il più possibile il disastro che accade.

Ma questi ordini e questo management sono puramente intellettuali e razionali. Certamente essi sono più facilmente applicabili nelle persone che conoscono gli insegnamenti spirituali e tra loro il mistero dell’Apocalisse. Ma come si fa a non perdere il passo e sprofondare nella paura, nel panico e soprattutto nello stupore che vi impedisce di reagire?

Superare lo stupore fa parte di una fase dell’iniziazione all’incontro con i misteri della vita. Ma come reagire di fronte alle colate di lava, alle nubi ardenti scese dai vulcani, all’oceano in furia con onde alte 40 metri? La soluzione è quella di aver partecipato alla progettazione e alla costruzione delle navi d’alto mare con la loro prua in grado di spaccare le onde più alte e i loro fianchi costituiti da rulli di canne abbastanza leggeri da non trascinare la nave verso il fondo e lasciare scorrere quanta più acqua possibile che è penetrata nella nave. La soluzione è aver preso parte alle misurazioni della matematica celeste per comprendere la terrificante minaccia che sconvolgerà la vita del pianeta. La soluzione è conoscere gli altri continenti della Terra e i loro popoli e soprattutto le montagne rifugio dove queste popolazioni superstiti potranno sopravvivere a più di quattromila metri di altitudine durante i millenni di piogge torrenziali, di nubi tossiche e pesanti che ristagneranno per secoli e secoli sulla superficie delle pianure…

C’è poi la questione essenziale e irrisolvibile del mistero dell’Apocalisse

Siamo arrivati a questo punto da millenni di teocrazie oscurantiste e criminali. Le scoperte scientifiche e astronomiche proseguono freneticamente la ricerca di questi pianeti con Vita molto migliore che sulla Terra di cui parlano gli iniziati alla Vita secondo la vita umana terrena. Ma questo è sufficiente per rompere quelle teocrazie che vietano l’uso della nostra prima fonte di conoscenza personale, iniziatica e spirituale? Proprio quella che ci permette di rompere questi dogmi criminali delle teocrazie fanatiche?

Continueremo su fileane.com questi sviluppi nella Parte 1 Le istituzioni delle Reti di Vita, le Istituzioni Culturali.

Per il momento, qui vedremo il seguito della storia di questi sopravvissuti proprio di fronte a questa scelta di vivere liberi con le Leggi divine e la Matematica celeste nelle loro Reti di Vita o di vivere sottomessi al dominio dei dirigenti dei sistemi di potere dispotici, militari, teocratici, economici o tutte queste forme riunite in una sola volta

I primi imperi e la scelta delle reti o dei sistemi di potere.

Nell’antichità, non tutti i popoli della Terra nei continenti avevano questo alto livello di organizzazione per utilizzare le due fonti di conoscenza nello sviluppo di una civiltà brillante. A partire dal 2000 avanti Cristo, i primi imperi sono in realtà insiemi di popoli talvolta conquistati militarmente ma che restano organizzazioni in rete semplicemente perché i mezzi di trasporto non permettono di controllare con un potere centralizzato vasti territori.

I popoli sono collegati tra loro in forma confederale, avendo i vinti accettato il potere e la conoscenza del vincitore che si pretende di essere nella maggior parte dei casi discendente degli dei e quindi dei sopravvissuti, al fine di sviluppare il commercio e un livello superiore di ricchezza. Il controllo politico si sviluppa attraverso matrimoni o la maggior parte del tempo la sposa e il suo seguito sono gli ostaggi o almeno il pegno, la garanzia della sottomissione del popolo e del capo politico di cui è figlia.

Le colonie di sopravvissuti cercano di ritrovare una nuova era d’oro come prima del cataclisma.

La storia dell’antichità, che va dall’ultimo grande cataclisma che si è verificato intorno ai 10 000 anni prima di Gesù Cristo fino all’impero romano, mostra questi scambi e questi conflitti tra le colonie di sopravvissuti che utilizzano una conoscenza superiore agli altri popoli e la volontà dei discendenti di questi sopravvissuti di riconquistare il mondo per organizzarlo in una nuova era d’oro come prima dell’ultimo grande cataclisma. In questi 10.000 anni, dobbiamo eliminare 4.000 anni durante i quali i sopravvissuti dovettero affrontare le conseguenze disastrose di questo ultimo passaggio dell’asse della Terra e i flussi di magma nella maggior parte dei continenti. Aria tossica carica dei gas fuoriusciti dalle eruzioni vulcaniche la cui pesantezza ristagnava sulle pianure e costringeva i sopravvissuti a stabilirsi a 4 000 metri di altitudine nelle Ande, nell’Himalaya, nell’Alto Atlante marocchino e nel Caucaso per quanto riguarda l’Europa.

Fu solo verso 6000 anni a.C. che i sopravvissuti tornarono a discendere da questi rifugi naturali. Hanno trovato i resti delle civiltà e dei popoli prima del grande cataclisma? Cioè, chi di voi oggi ha più di 12.000 anni e ha più di un’età? L’archeologia degli ultimi anni sta iniziando a ritrovare questi resti di prima dell’ultimo grande cataclisma.

Prova di una civiltà antidiluviana globalizzata

Documentaire amateur traitant des preuves connues de l’existence de civilisation antédiluvienne remontant à plus de 12000 ans

Molto prima dei Sumeri

Documento: estratti.

Fino a una ventina di anni fa, si pensava che la “civiltà” fosse nata con i Sumeri circa 7.000 anni fa. Poi, al confine tra Siria e Turchia, Göbekli Tepe e le colonie vicine sono stati scoperti. Tutto è cambiato da allora.

I resti più antichi di Göbekli Tepe risalgono ad almeno 12.000 anni fa. Ma alcuni dei monoliti scoperti nelle rovine rappresentano esseri umani vestiti solo di campagna.

Göbekli Tepe statues

clicca sull’immagine per scoprire il sito archeologico

Ma 12.000 anni fa, eravamo nel bel mezzo dello Younger Dryas (un mini-periodo glaciale). Quindi è impossibile che le persone abbiano camminato vestite solo da campagna. Per poter camminare vestito così, la temperatura doveva essere dolce. Ma l’ultimo periodo “mite” prima dello Younger Dryas finì intorno ai 110.000 a.C., quando iniziò l’ultima era glaciale. Quindi, almeno alcune parti di Göbekli Tepe potrebbero risalire a quel periodo.

A Göbekli Tepe sono stati incisi ideogrammi, cioè sculture che non rappresentano né animali né cose, ma concetti astratti. Potrebbero rappresentare il più antico esempio di scrittura umana, precedente a quella dei Sumeri di almeno 5.000 anni. Le costruzioni di Göbekli Tepe non sono fatte di legno o paglia, ma sono composte da calcare. Alcuni pilastri pesano quasi 20 tonnellate. Gli abitanti di Göbekli Tepe furono in grado di costruire case e villaggi in pietra migliaia di anni prima dei Sumeri.

Su una lastra di pietra chiamata “stele delle gru”, i saggi di Göbekli Tepe raccontano di un incontro tra di loro e degli “esseri esterni” venuti dal cielo, mentre una cometa attraversava il cielo. Inoltre, il racconto inciso allude a un periodo in cui un bombardamento di comete ha provocato un’immensa distruzione sulla Terra. Quanto è affidabile questa storia che risale ad almeno 12.000 anni fa?

L’articolo prosegue nel libro:
HOMO RELOADED – La storia nascosta degli ultimi 75.000 anni

HOMO RELOADED - L'histoire cachée des 75 000 dernières années

clicca sull’immagine per scoprirlo

Gli ex tunnel scoperti da 18 km in Iran fanno probabilmente parte di una città sotterranea

La conoscenza perduta degli antichi 20 ottobre 2022

Sebbene sia in qualche modo dimenticato, l’Iran è un paradiso di pace per l’architettura Troglodyte, che è piena di carattere e creatività. Secondo il sito archeologico di Belqeys, alcuni giorni fa sono state scoperte vestigia di vecchi corridoi sotterranei. Si stima che Belqeys abbia almeno 6000 anni, secondo gli scavi archeologici effettuati su tumuli e colline vicine.

Fine del documento.

La Turchia ospita anche alcune delle più grandi città sotterranee del mondo.

Esempio: la scoperta della città sotterranea di Derinkuyu, la misteriosa città sotterranea a lungo nascosta in Türkiye

la ville souterraine de Derinkuyu en Turquie

Queste scoperte delle città sotterranee risalenti a 6000 anni e di più attestano che questi sopravvissuti dovevano rifugiarsi sottoterra. In Iran e Turchia come nelle Highlands dell’Afghanistan, la vita dei sopravvissuti divenne possibile alcune migliaia di anni prima che nelle pianure vicine al livello dei mari e degli oceani. Queste città alte e sotterranee sono state in grado di ospitare popolazioni più grandi di quelle dei sopravvissuti che rifugiati nelle alte montagne oltre 4.000 metri sul livello del mare immediatamente dopo l’ultimo grande cataclisma e per circa quattromila anni.

Alessandro il Grande

L’esempio più vicino a noi sono le conquiste di Alessandro Magno. Alessandro inizialmente era originario di un popolo barbaro rispetto alle città greche vicine. Cercò di superare questa cultura proveniente dalla colonia di superstiti stabilita in Grecia per fondare un impero che andasse dalla Grecia, dall’Egitto all’India, cioè la regione percorsa dai sopravvissuti per rifugiarsi sugli altopiani ai piedi dell’Himalaya prima di scendere in Mesopotamia e poi sulle rive del Nilo.

In questo periodo, le guerre più importanti si verificano tra i popoli governati dai discendenti dei sopravvissuti e i barbari, soprattutto quelli delle steppe dell’Asia settentrionale, che non hanno lo stesso livello di conoscenza ma che vogliono saccheggiare le ricchezze dei loro vicini.

Gli scambi tra le ex colonie di sopravvissuti.

Ci sono due serie di prove scientifiche che mostrano gli scambi tra le ex colonie dei sopravvissuti di Atlantide.

Il tesoro di Priamo scoperto nelle rovine di Troia.

La prima prova si riferisce al tesoro di Priamo scoperto nelle rovine della città di Troia da Schliemann: le ceramiche sono esattamente le stesse di quelle di Tiahuanaco nelle Ande e la punta di metallo la cui composizione resta sconosciuta, sembra essere un residuo delle navi celesti del popolo venuto da un altro pianeta.

La coca è stata scoperta nelle mummie egiziane.

La seconda prova risale a una scoperta fatta nel 1992 in un laboratorio tedesco della città di Ulm: ricercando tracce di DNA nelle mummie egiziane tra il 2500 e il 3000 a.C., i ricercatori trovarono tracce di coca e gli studi mostrarono che la coca poteva venire solo dalle Ande. Le Ande e Tiahuanaco avevano quindi scambi commerciali con la Cina e l’antico Egitto. La coca e la seta venivano dalla Cina sulle rive del Nilo.

Una breve cronologia:

Verso l’850 a.C., le fondamenta di due colonie che diventeranno imperi: Cartagine fondata a partire dai Fenici provenienti dall’antico paese di Canaan (Libano e Palestina attuali), Roma fondata a partire dal popolo etrusco che pretende di discendere dalla colonia dei discendenti dei superstiti di Troia e dal popolo latino che pretende di discendere dal dio Marte. Queste repubbliche si trasformeranno rapidamente in un sistema di potere militare guidato da signori della guerra la cui missione consiste nel sconfiggere i popoli vicini per sviluppare le ricchezze materiali della minoranza al potere.

Verso il 600 a.C. si sviluppò uno scambio culturale che riguardava gli insegnamenti spirituali venuti dall’Estremo Oriente.

Intorno al 330 a.C., Alessandro il Grande volle riformare un impero che comprendeva le antiche colonie situate lungo il Mediterraneo e il Nilo con i popoli dell’India e dell’Asia che non erano stati distrutti dall’ultimo grande cataclisma. Realizza un legame tra queste due grandi culture e poi con la morte di Alessandro, questo sogno si spezza e ogni cultura prosegue isolatamente il suo cammino.

La questione dello sviluppo della popolazione sulla Terra

I contatti tra i popoli diventano più numerosi e la maggior parte dei maestri spirituali in tutti i continenti insegnano il cammino spirituale iniziatico per educare le popolazioni in soluzioni pacifiche rispettose della dignità umana.

L’umanità si trova in quel momento di fronte a un dilemma: il sapere dei sopravvissuti è stato preservato nei templi d’Egitto e principalmente a Dendérah. Le possibilità di formazione e di divulgazione delle conoscenze delle leggi divine e della matematica celeste non sono tuttavia sufficienti per organizzare i popoli la cui popolazione si sviluppa rapidamente.

In secondo luogo, i calcoli per individuare la data del prossimo grande cataclisma sono ben lungi dall’essere completati, mentre le prime invasioni barbariche hanno indebolito la civiltà egiziana.

La memoria dei sopravvissuti si perde.

Per assicurare lo sviluppo dell’umanità, il ricordo dei sopravvissuti si perde e per conservarlo è grande la tentazione di raccontare la loro storia nel quadro di un sistema di potere religioso diretto dagli studiosi e dagli iniziati che si trasformerà poco a poco in sistema di potere militare.

La scelta degli studiosi egiziani è la salvaguardia del sapere antico e il calcolo del prossimo grande cataclisma. Condividono questo sapere con gli iniziati venuti dai popoli vicini e soprattutto dalla Grecia, ma non svelano i loro segreti: gli iniziati greci impiegano spesso più di venti anni per ottenere un sapere sufficiente prima di tornare nel loro paese e questi insegnamenti servono più spesso a rafforzare il potere dei despoti nelle isole greche.

La conseguenza immediata è il rischio di una rapida moltiplicazione delle guerre di religione e delle guerre tra tiranni che si preoccupano poco degli insegnamenti spirituali, cosa che non sembra sia avvenuta nell’antichità, ma che è un fenomeno tragico della storia dell’occidente da duemila anni.

Il rinnovamento spirituale intorno al VI secolo a.C.

Per evitare questo sviluppo dei sistemi di potere religioso, conosciamo oggi il movimento culturale e spirituale che si è messo in moto nel VI secolo a.C..

In Asia, in Cina e in India, i popoli non sono stati distrutti dal cataclisma, in modo così importante come nell’area atlantica. Inoltre, situati intorno agli Himalaya, avevano visto arrivare le colonie di sopravvissuti della civiltà distrutta e avevano condiviso con loro le loro difficili condizioni di vita per millenni prima che i discendenti dei sopravvissuti ritornassero nelle pianure della Mesopotamia e poi sulle rive del Nilo e del Mediterraneo.

Questi popoli dell’estremo oriente erano riusciti a preservare un’alta conoscenza spirituale utilizzando abbondantemente l’approccio iniziatico per andare incontro ai misteri della vita.

Questi popoli non avevano creato sistemi di potere religioso fanatici, ma una concezione della vita che tiene conto delle forze di vita unite in un unico principio, senza voler chiamare questo principio unico di vita un nome di essere umano o divino. Questo modo di concepire la vita e di organizzare una società rappresentava un nuovo soffio per le antiche colonie di sopravvissuti, perché questa cultura si basava sul presente, su movimenti spirituali dinamici e non sulla conservazione di saperi antichi e sul culto di dei o semidei o sul culto dei capi dei sopravvissuti che cominciavano a servire da pretesto per guerre feroci tra colonie dei sopravvissuti.

I maestri spirituali dell’Asia

Conosciamo la storia di questi maestri spirituali asiatici che nel sesto secolo a.C. vennero incontro agli studiosi greci ed egiziani per trasmettere loro gli elementi di una cultura più umana, meno dominata dal peso degli dei e molto più educatrice di sapienza umana e non esclusivamente divina.

Questi maestri spirituali dell’Estremo Oriente hanno constatato la perdita dell’uso della prima fonte di conoscenza tra le colonie dei sopravvissuti, mentre a casa loro i movimenti spirituali incontravano dei tentativi di instaurare dogmi e sistemi di potere teocratici. Presero la decisione di riaccendere la fiamma tra le ex colonie dei sopravvissuti.

Sappiamo che uno di loro, alla frontiera, avrebbe l’obbligo di mettere per iscritto tutto il suo sapere prima di ricevere l’autorizzazione a prendere la via del Mar Nero e del Mediterraneo. È probabile che questi maestri spirituali provenienti dall’Asia cercassero anche di sapere a che punto era la conservazione del sapere antico salvato dall’ultimo grande cataclisma e di cui non erano i depositari diretti mentre l’Egitto antico perdeva la sua potenza.

La cultura dei popoli in quel momento doveva essere basata su diversi valori.

La prima categoria di valori è legata alla conservazione del sapere trasmesso dai sopravvissuti dell’ultimo grande cataclisma e al cuore di questo sapere c’era l’intervento di esseri viventi venuti da un altro pianeta e che avevano creato diverse razze umane. qui troviamo l’origine delle religioni fondate sugli dei e i semidei, nomi dati a questi esseri venuti da un altro pianeta.

La seconda categoria di valori proviene dai popoli dell’Asia attraverso i loro movimenti spirituali creati dai grandi maestri spirituali: Confucio, Buddha, Lao-Tseu, ecc.

Una terza categoria di valori si metterà a poco a poco sul posto: la percezione di un Dio unico che è all’origine di tutto: della vita sulla Terra come della vita sugli altri pianeti e questi valori poggiano sulla più alta iniziazione che non ha mai cessato di essere conosciuta dagli esseri umani e che permette il contatto diretto con i misteri della vita dopo la vita umana terrestre.

La storia culturale dell’antichità è quindi prima di tutto una storia religiosa che cerca di spiegare la sopravvivenza della specie umana sul nostro pianeta.

Questa storia progredisce nel corso dei millenni per arricchire il tragico ricordo delle distruzioni dell’ultimo grande cataclisma con una visione più globale dei misteri della vita attraverso l’universo per interrogarsi sull’origine della vita e del suo creatore.

I conflitti tra i popoli non sono di ordine religioso, ma sono essenzialmente guerre economiche o guerre per affermare la supremazia di un popolo rispetto agli altri. La guerra di Troia (verso il 1200 a.C.) è una guerra tra colonie di discendenti dei sopravvissuti dell’Atlantide e, alla luce del tesoro di Priam che gli eserciti greci non sono riusciti a trovare, si potrebbe dire che lo scopo della conquista di Troia, oltre alla distruzione di una città rivale, fu probabilmente la conquista di questo tesoro che provava la discendenza diretta di questo popolo dai sopravvissuti dell’Atlantide.

Riportare nelle città greche questo tesoro, che proviene dalla civiltà scomparsa e contiene pezzi di metallo che sono le reliquie delle navi utilizzate dagli esseri venuti dall’altro pianeta, aveva un valore non solo simbolico e molto più importante di una questione di liti a proposito di belle donne più o meno dee o umane.

Le organizzazioni in rete dei popoli dell’antichità non utilizzavano le questioni religiose per distruggersi a vicenda. Erano tolleranti perché usavano la prima fonte di conoscenza e riconoscevano il percorso spirituale individuale. Cercavano di perfezionare i loro saperi rispetto ai misteri della vita e di preservare i resti del sapere superiore di cui disponeva la civiltà dell’Atlantide distrutta dall’ultimo grande cataclisma.

Per contro, molte religioni hanno utilizzato per molto tempo i sacrifici umani e i riti di purificazione del sangue delle loro razze.

Qui troviamo la spiegazione nel mistero delle Ande intorno a Tiahuanaco e le leggende dei giganti in questi altopiani che si precipitavano nei vulcani alla fine della loro vita proprio perché i loro geni poco adatti alla vita sulla Terra sparissero. Questa storia delle origini dell’umanità sulla Terra è in totale contraddizione con il racconto della Bibbia e di fronte alla superiorità della civiltà andina rispetto a quella europea, il papato romano imporrà a Carlo V la distruzione degli oreficeri in oro o in argento affinché nessuno in Europa si accorga del ritardo della nostra civiltà rispetto a quella andina. L’oro e l’argento saranno versati in lingotti prima di attraversare l’oceano e di arrivare nei porti spagnoli o portoghesi. L’eliminazione di questa cultura dei popoli delle Ande sarà commessa per evitare una guerra di religione a scapito del papato romano e della Bibbia che essa difendeva.

Le guerre di religione continueranno fino ad oggi e saranno soprattutto sviluppate dai dirigenti dei sistemi di potere instaurati alla caduta dell’impero romano in occidente e in oriente. Resta da ricordare le loro origini attraverso la cultura e la conoscenza dei sopravvissuti dell’ultimo grande cataclisma contro il papato romano sempre contraria all’apporto di quel sapere in una cultura europea molto più umanistica con questo utilizzo della nostra prima fonte iniziatica di sapere.

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