Episodio 4 Laurie e il tantrismo
L’appuntamento a Pirmasens da Laurie e Dan.
Laurie e Dan vivevano a Pirmasens nel Palatinato. Per non destare sospetti presso Françoise, Pierre pretestò un allenamento in bicicletta un po’ più serio del solito per pranzare intorno alle 11 e partire da Strasburgo verso mezzogiorno. Lasciò l’auto vicino a Drachenbronn. I radar che si possono vedere da lontano sono dei buoni punti di riferimento nel paesaggio. Salì in bicicletta sul passo e poi da Lembach e Bitche, guidò verso Pirmasens. La stradina che si lascia guidare in un vallone dai meandri del fiume si presta all’uso di grandi bracciate. Pietra preferì rotolare in modo flessibile e conservò tutto il suono 52×17, a volte con alcune porzioni in 52×15. L’attraversamento della foresta palatina è propizio al sogno e Pietro cercò di sognare il futuro incontro con questa Laurie dai misteri ben ponderati.
Pirmasens si trova sul bordo di un vassoio. La città è rivolta verso ovest e il fossato naturale che la separa dal paese di Bitche rappresenta come un resto di un’epoca non così lontana in cui le due piazze forti si fronteggiavano. La strada per accedervi da Bitche sale dritta, senza curve. Pierre scelse di fare le pulizie e mise un bracciale di 42×21. Si arrampicò pazientemente trattenendo il respiro perché non voleva apparire affannoso davanti a Laurie.
E comunque, come avrebbe apprezzato il fatto che fosse venuto in bici? Pierre si mise a riflettere, la bicicletta su questo punto è uno strumento meraviglioso per riflettere e sognare. Un sabato alle 14.30 non si poteva ancora venire in abito da sera! È il momento di rilassarsi, di fare sport… E poi Laurie non gli aveva detto di venire a fare le vetrine leccate… le cose serie sarebbero successe in un altro vestito dove, lasciato la sua maglia e la sua coscia, sarebbe in un vestito più presentabile!
Con il cuore leggero, raggiunse il centro storico e si dirise verso la chiesa. Prese la strada che arrivava ai piedi delle scale che salgono al cancello. Queste scale sono separate da una cascata che scende nel loro centro. Sono abbastanza ripidi, tagliati a metà da una piccola piattaforma. Formano con la cascata e i fiori disposti a terrazze un arredamento all’antico, come un teatro romano.
Laurie era in piedi sui gradini, nel mezzo della prima parte delle scale. Era di jeans e indossava una canottiera viola. Lei non riconobbe Pietro e solo ai segni gli fece che ne dedusse che era lui. Era un sabato in cui i negozi chiudevano alle 14:00 e alle 14:30 le strade erano quasi deserte. Il rischio di confusione era ridotto in proporzione.
Il continuo incontro delle anime gemelle tra l’eterno femminile.
– Da dove vieni?
– ho detto a Françoise che sarei andata in bicicletta e tu potrai testimoniarlo, non ho mentito!
Questa risposta ricondusse Laurie a realtà più vicine.
– Dan è in manovra da martedì, tornerà a casa la prossima settimana, giusto in tempo per il weekend a Baden. Si sta esercitando a rifornire una popolazione disastrata che dista 300 km da qui. Vuole presto ritirarsi dall’esercito per diventare pilota privato di elicotteri ad Aspen in Colorado… rifornire gli chalet di montagna, fare la deposizione di sciatori sui neonati, non sogna più di questo… comincia ad essere stanco di lanciare pacchetti di cibo a popolazioni che i signori della guerra schiacciano e massacrano come noi nel medioevo… mentre per Dan sarebbe così semplice catturare questi banditi! Vedi, è un po’ per questo che abbiamo bisogno di amarci con altre coppie… è un modo per compensare!
– per cosa mi hai fatto venire?
– per amore e per la poesia, mi è sembrato di sentirti dire che questi due non possono mai essere separati!
Pierre aveva riflettuto prima di ripresentarsi davanti a lei, aveva soppesato i pro e i contro sull’attività psicologica di Laurie e gli fece questa domanda:
– puoi dirmi cosa fece Freud poco prima che morisse?
– che vuoi dire?
– beh, cosa… cosa ha detto riguardo alla sua opera? cosa ha scritto?
– ah! credo di sapere dove vuoi arrivare!…no! no!… non sono quella che credi!… So molto bene come te e tanti altri, che alla vigilia della sua morte, Freud ha rinnegato buona parte della sua opera, in particolare tutto ciò che si ricollega a Tanato e ad una certa percezione del male… la repressione del male non può essere il cemento di una società!… e l’inconscio non è il bidone della nostra mente o delle nostre percezioni!
Oh! Pietro si rilassò… una volta litigò con un giovane psichiatra che parlava continuamente di Freud e non sapeva e poi non voleva ammettere che Freud aveva rinnegato una parte importante della sua opera. Anche se qualche anno dopo Pietro aveva saputo che questo psichiatra era entrato nel registro dei medici disoccupati, quel ricordo gli faceva ancora freddo alle spalle tanto era stata acuta la violenza verbale che aveva imperversato! Sarebbe stato un peccato arrivare a questo punto con Laurie! E sorride per ricompensare la discepola meritevole. Si alzò ed entrambi presero la via per la casa di Laurie.
– cosa pensi? che io sia un’idiota?… perché ho un bel culo! … sì, lo so, un po’ peggio di quello di tua moglie… perché ho tette più pesanti di lei, un sesso che ha saputo accoglierti bene, sarei per il resto una potiche e non una shakti? … cosa credi?
E dal tacco al tac, tranquillizzante, gli ha risposto:
– io credo in te, figlia del cielo e della terra, del mondo visibile e invisibile!…mai in così poco tempo ho scambiato così tante cose con qualcuno. Ti ricordi quelle parole di Frantz? …se la realtà del sogno è la condivisione… allora dico che la realtà della condivisione è la felicità!
Laurie mostrò la sua gioia e birichinata, non poté far altro che rispondere in modo scherzoso:
– Frantz e tu finirete froci, tanto sembrate sentirvi!
– non essere gelosa! … se vuoi una lezione magistrale sul narcisismo, l’omosessualità o il libero amore degli artisti, posso parlartene una notte durante e al mattino, è proprio tra le tue cosce che sarò… non tra quelle di un altro uomo!
– come hai detto? L’eterna femmina da cui tutto proviene!
Discuterono per un momento su come ognuno immaginava questo viaggio verso l’eterna donna da cui tutto proviene. Laurie nel tempo trascorso insieme voleva essere più seria, attenta al suo obiettivo di valutare adeguatamente la portata delle parole del poeta. Pietro sentiva questa volontà di sondarlo e giudicarlo. Non si offese per la pretesa della sua partner. Pochissime persone avevano accettato di ascoltarlo fino alla fine dei suoi monologhi e lui si era rassegnato a diventare un lupo solitario. Non poteva perdere questa Laurie alla presenza così benefica. Alla fine di una strada, si guardò intorno. Erano soli. Impercettibilmente parlando, avevano attraversato una parte della città ed erano arrivati davanti al portale di una caserma dell’esercito americano. Di fronte, i negozi si chiamavano “store” o “shop”…eravamo agli States! Pierre si affrettò a terminare il suo discorso prima che la discussione affrontasse altri argomenti.
Laurie Marleen
Era seduto sulla barra orizzontale della sua bicicletta e i gesti che man mano che la discussione o, meglio, il suo monologo, crescevano, cominciavano a squilibrarlo soprattutto perché con le scarpe, i suoi piedi non avevano una stabilità perfetta sul pavimento. Laurie approfittò di un momento di esitazione in casa di Pietro mentre cercava di ritrovare il filo del suo discorso per posizionare quello che lei voleva dirgli da qualche minuto.
– vedi, è qui che lavora Dan!
Pietro si sentì confuso di dover così tornare alla realtà del momento presente. Così osservò il presente, che doveva misurare le sue parole e rassicurare Laurie. Vide il portale di una caserma, il palo di un lampione e ai piedi… Laurie! Lasciò correre ancora un attimo la luce nella sua testa e si mise a ridere, felice! … aveva trovato una canzone per la sua musa. Lentamente ma gravemente gli cantò queste parole di circostanze, spiegandogli con gesti il rapporto di queste parole con la situazione presente:
-” Vor der Kaserne, vor dem grossen Tor, stand eine Laterne, und steht sie noch davor, so woll’n wir uns da wiedersehn, bei der Laterne woll’n wir stehn, wie einst Laurie Marleen, wie einst Laurie Marleen “
Dopo una pausa e occhi negli occhi, riprese:
– wie einst?… wie einst?
e inorridita, andò a cantare:
– Laurie Marleen!
Continuò:
– ” e nella notte buia i nostri corpi abbracciati, facevano solo un’ombra, quando ti baciavo, ci scambiavamo ingenuamente, giocavamo contro le guance di molti giuramenti, entrambi Lili Marleen, entrambi Laurie Marleen “
Dopo questa evocazione a quanto inquietante fosse il tempo forte del loro primo incontro, lei lo prese per dimensioni e abbracciati, si dirigettero da Laurie. Dopo qualche passo, con una piccola voce da soprano leggera e fluida, cantò:
– “aus dem stillen Raume, aus der Erde Grund, hebt mich wie im Traume, dein verliebter Mund, wenn sich die späten Nebel dreh’n, werd ich bei der Laterne steh’n, mit dir?…mit dir?”
e lui, con lo stesso sorriso, gli rispose:
– Laurie Marleen!
Ha posato la bicicletta e l’ha abbracciata con entusiasmo e poi, camminando, ha continuato la loro canzone:
– “Questa tenera storia dei nostri cari vent’anni, canta nella mia memoria, nonostante i giorni e gli anni, mi sembra di sentire il tuo passo, e ti abbraccio, Laurie Marleen, Lili Marleen!”
Insieme e a squarciagola, cantarono una mezza dozzina di volte su tutti i toni “Laurie Marleen”.
Entrambi ammettevano nel profondo di sé che un tale accordo era eccezionale… fino a dove poteva portarli? Ma non era ancora il momento di porre questo tipo di domande. La prima, Laurie spezzò il fascino della loro canzone:
– tu sei incorreggibile! … andiamo! scopiamo, parleremo dopo!
La Shakti si prepara per celebrare i loro amori
L’ampio appartamento aveva stanze troppo numerose per il solo bisogno della coppia senza figli. In una di queste stanze, Laurie aveva installato un altare dove era raffigurato un bronzo di Shiva che ballava aureolato in un cerchio di fiamme.
Andò nella penombra ad accendere una lampada ad olio. Pietro scoprì un grande materassino ai piedi dell’altare e poco più vicino, un ampio letto a terra. Su una parete c’erano diversi ripiani. Laurie si fermò vicino alla lampada a olio per gettare rapidamente i suoi vestiti. Nuda, vide lo sguardo interrogatore di Pietro posarsi su uno scaffale. Le mostrò i vasi di olio e unguenti con cui Dan e lei si massaggiavano a vicenda: il nardo per i capelli, la keora per le guance e il collo, la champa e la hina per il seno, il muschio per il ventre, il sandalo per le cosce, il khus per i piedi, il gelsomino per le mani. Gli chiese di avvicinarsi per sentire gli aromi. In un angolo, diverse vasche di terra, ferro o rame interrogavano anche il profano.
– Pietro, togli i vestiti, mettili li’ e ora guardami. Mi preparerò per l’amore, poi ti preparerò e poi a tua volta mi massaggerai.
Si mise di fronte all’altare e cominciò i suoi esercizi posturali, la spina dorsale dritta. Poi Pietro sentì le variazioni del suo respiro. Bloccava la respirazione per lunghi periodi di tempo e il suo corpo si trasformava, i suoi muscoli si gonfiavano, a volte si rilassavano verso il basso o verso l’alto. Lo shakti sussurrava qualcosa di incomprensibile e Pietro cominciò a trovare il tempo un po’ lungo. Laurie si sdraiò sulla stuoia per riposare un po’ e poi prese due vasche in cui versò acqua e prodotti diversi. Buttò il liquido dalla più piccola vasca, poi rotolò i muscoli della pancia e lo fece rientrare all’improvviso, come per incollarlo alla spina dorsale. Sotto la violenza dello sforzo, vomita nell’altra vasca.
– ho bevuto una grande quantità di acqua salata e fatto un esercizio per facilitare il vomito in modo da svuotare lo stomaco dai resti di cibo che si trovano lì ancora due ore dopo il pasto. La parte nutritiva del cibo in questa fase della digestione è già passata nel corpo. Non serve a nulla appesantirla con questi resti che non hanno più alcuna utilità. Ora che il mio stomaco è pulito, pulirò anche un’altra parte del mio interno.
Laurie si alzò per prendere una grande vasca di ferro simile a una vasca da bagno antica. La riempie di diversi brocchi d’acqua. Chiese a Pietro di avvicinarsi per vedere meglio. Si accovacciò sulle dita dei piedi in modo che il suo basso ventre si immergesse nell’acqua e introdusse nel retto un piccolo tubo della larghezza del mignolo. Lasciò attraversare un pezzo di quel tubo e poi contragendo il suo sfintere, risucchiò dell’acqua nello stomaco. Rimuoveva il tubo e poi si alzò, con i piedi distanti, le spalle inclinate in avanti, le ginocchia un po’ piegate, le mani appoggiate sulle cosce e dopo aver svuotato a fondo i polmoni, tirò fortemente l’intera regione addominale verso la colonna vertebrale. Isola e fa sporgere i suoi grossi retti e poi li fa rotolare in un movimento rapido in modo da far circolare l’acqua all’interno dell’intestino. Si accovacciava di nuovo per rimettere il tubo in posizione ed espellere l’acqua. Soddisfatta, si asciugò con l’aiuto di un asciugamano e andò a svuotare di volta in volta le vasche nel bagno.
Il saluto del cuore
– vieni, mettiamoci seduti su questo grande materassino…avvicinati! Non ti farò del male… diamo uno sguardo all’altro. Metti i palmi delle mani in sezione davanti a te e metti i pollici sul petto. Faremo il saluto del cuore, un saluto ispirato al namasta, il saluto rituale orientale che significa: ” onoro il dio che è in te”.
Pierre preferì dare per primo il saluto.
– io credo in te, figlia del cielo e della terra, del mondo visibile e invisibile. Saluto colui che anima la tua anima ed è identico a colui che anima la mia. È lui che mi ha insegnato ad amarmi in questo corpo carnale e in questo spirito umano e che ha fatto tacere il rimpianto di non essere più nel paese di casa, nella nostra eternità di vita… Che ti insegni ad amarti nel tuo corpo umano di donna affinché insieme i nostri corpi celebrino questo amore e lo realizzino nella condivisione di questo momento felice nelle nostre vite di figli del cielo e della terra, del mondo visibile e invisibile. Onoro la forza che ti dà per fonderti in me, Laurie, figlia di Dio, pronta a far vibrare tutte le emozioni della tua carne affinché io ti dia le stesse emozioni con la mia carne.
Laurie gli tagliò la parola, tanto è vero che un poeta è chiacchierone anche in quei momenti. Lei si piegò in avanti. Aprì la bocca per formare una O con le labbra ed emise il suono Aum. Lasciò che il suono le arrivasse dalle profondità della pancia fino a quando non emerse lentamente risuonando. Alla fine della sua espirazione, chiuse le labbra per canticchiare la parte M del suono.
Il massaggio prepara il loro desiderio di unione sessuale
Poi chiese a Pietro di stendersi sulla stuoia e cominciò a massaggiarlo con unguenti. Lei lo mise tra le cosce, poggiò il sedere sulle sue e mentre gli massaggiava la schiena e la nuca, gli raccontò come Dan apprezzava il fatto che dopo tale clistere potesse, senza controindicazioni, fare l’amore, prenderla da dietro e ritornare nel suo sesso o nella sua bocca a seconda della sua fantasia a lui o dei suoi desideri a lei. Nessun disagio doveva limitare il loro desiderio di unione sessuale e questa preparazione che le donne indù e asiatiche facevano da millenni non era forse il modo giusto per favorire molteplici abbracci?
Intervistò Pietro per chiedergli di confermare che spesso con la sua partner erano imbarazzati dalla piega scatologica che poteva assumere l’amore anale, mentre non cercavano affatto questo aspetto scatologico ma una dimensione più ampia della loro unione carnale. Laurie raccontò che aveva voglia di insegnare queste tecniche alle altre donne del gruppo e confessò la sua fantasia di farsi prendere da tre uomini contemporaneamente che, come una ruota, girerebbero a lungo in ciascuno dei suoi orifizi, la sua pulizia interiore garantiva il piacere degli amanti.
Anticipando la domanda di Pietro, ammise che al club di Amadeus e Regina si era fatta prendere da tre uomini alla volta, ma non c’era stata ruota; una volta che un primo piacere preso da ciascuno, l’abbraccio era stato rotto. Amadeus non aveva pensato di proporre questi utensili per il lavaggio. Tanto per restare sulla ruota, raccontò anche di essere rimasta sorpresa dalla proposta del gioco erotico fatta da Werner. Come la conoscenza dei meriti del cerchio dell’ebbrezza e del piacere facesse parte del fondo comune della conoscenza di tutti i popoli.
Quando Pietro fu ben scosso da questi massaggi e da queste parole, le chiese di massaggiarla e continuò a parlarle di quello che avrebbero potuto fare come nuove esperienze erotiche nel loro club.
L’unione amorosa
Quando si sentì sufficientemente eccitata a suo gusto dai massaggi di Pietro, giocò sensualmente con lui e poi lo fece dormire sulla schiena. Alla fine venne su di lui per guidare l’unione sentimentale.
Lei lo affrontava quando lo prendeva nel suo sesso, gli voltava le spalle quando lo prendeva nel suo ano, i suoi gesti erano calcolati per mantenere la tensione del suo amante allo stadio più alto senza che lui eiaculasse poi, coricandosi sulla schiena, lo lasciò fare. Il piacere immagazzinato nel corpo dell’amante le fu restituito in alci violenti e selvaggi che la portarono ai primi orgasmi. Quando sentì che l’amante stava per fallire e non poteva più trattenersi, tirò indietro il bacino per estrarre il pene dal suo sesso. Con una mano sarà la base del pene e con l’altra fece un punto di compressione sul perineo. Aspettò che il suo amante si rilassasse per allentare i punti di pressione e attirarla di nuovo verso di lei.
Si mise le mani contro il muro, i suoi reni tesi. Gli si fece vedere in piedi e una volta presa, gli infilò la vita delle gambe e oscillando sulle braccia, andava e veniva sul sesso del suo amante. Occhi negli occhi, la sua leggerezza chiamava la loro unione amorosa ad un altro volo lontano da questa realtà. Rifece più volte dei punti di compressione per impedire al suo amante di diffondersi in lei e poi decise di smettere di fare l’amore. Sorridendo, si divertì con il commento del suo amante che rimpiangeva, nonostante l’intenso piacere preso, di non aver eiaculato. Laurie mi divertita mi seria gli disse che per arrivare al samadhi, lo yogin doveva possedere l’arte della sosta e che la shakti doveva aiutarlo. Pierre ne ha avuto il fiato sospeso!
La nave di linea rossa per un lungo viaggio.
Il pomeriggio era già molto impegnato quando si decisero di alzarsi dal letto.
Pietro si rese conto di essersi intromesso nella vita quotidiana di Laurie e Dan e questo lo disturbò. Perché avevano decorato questa stanza così? La domanda gli sembrava inopportuna. In questo scenario dove tutto aveva una storia, una storia che riguardava solo Laurie e Dan, non si sentiva di dover introdurre in così poco tempo una nuova storia, quella di Laurie e Pierre.
Lui propose a Laurie di uscire e di andare a discutere in un luogo più propizio. Suggerì che una grande roccia di arenaria rossa che si affaccia sul paesaggio sarebbe stata più adatta al loro scambio. Decise di andare su una delle rocce del castello di Alte Dahn a una quindicina di chilometri da Pirmasens. Il castello risale al tredicesimo secolo e, sebbene abbandonato, fu distrutto dalle truppe di Luigi XIV. Solo alcuni pezzi di mura rimangono lì tra i tre insiemi di rocce arenarie.
Dopo un lungo periodo lungo la recinzione elettrificata di un deposito di munizioni dell’esercito americano, la strada li portò a Dahn e salirono al castello. Si stabilirono sulla roccia più a nord-est. La vista si tuffa su alcune radure dove contadini mantengono campi e prati. Intorno all’orizzonte, la foresta dei Vosgi del Nord abbinata a quella del Palatinato forma come un mare burrascoso scavato da molteplici valli sui cui bordi i tagli fatti dagli uomini appaiono come macchie più chiare simili alla schiuma.
Su questa nave di arenaria rossa che spinge e cala il vento da ovest, sei il pilota in partenza per un lungo viaggio. Pietro la stringe contro di lui. Persero lo sguardo tra le vallate, le linee montuose che rendono meno sinistra questa immensa foresta di abeti scuri. Laurie parlò per prima.
– sei ancora un pugile? Tutto questo perché non hai eiaculato, ti ho impedito con una tecnica ben nota! Avresti voluto eiacularmi nel mio sesso, nel mio culo, nella mia bocca, sulle mie tette?
– no, Laurie, mi sto chiedendo cose più importanti. Forse hai ragione ad attaccarti così tanto a questi riti e tecniche tantriche. In ogni caso ti riconosco un merito, quello di aver usato questo linguaggio, questo vocabolario per parlare in modo così dettagliato e preciso di questi momenti d’amore carnale così intensi che permettono di considerare l’amore sessuale come una via iniziatica.
La nostra civiltà giudaico-cristiana ha ampiamente espunto dal suo linguaggio tali descrizioni e riti per non permettere più l’iniziazione personale. Sono d’accordo con te nell’ammettere che i nostri corpi possono dedicarsi a momenti di unione carnale così profondi da risvegliare energie primarie capaci di condurli verso l’estasi, la trascendenza e l’illuminazione.
Sono d’accordo con te che questa illuminazione è unica e sempre uguale, qualunque sia il cammino che abbiamo percorso per arrivarci. Hai ragione: molto meglio che lanciarsi in esercizi intellettuali sapienti per rompere i confini dello spirito, il corpo può trasportarci altrettanto, sapendo che per arrivarci ci vuole l’energia di due corpi contrari che si uniscono intensamente nella stessa coscienza di un assoluto. Così facendo, i nostri corpi ci procurano un piacere benefico e rafforzano un amore umano che riflette esattamente l’amore divino, guadagni incomparabili che lo spirito non è in grado di darci! Hai ragione, Laurie, ma se resti qui e non vai oltre, secondo me ti sbagli!
Torna all’illuminazione.
Per Pietro, tutto ciò riguardava l’involuzione, la marcia verso il più profondo di sé per catturare in sé la forza che ci procura l’illuminazione. Se Laurie ammetteva di essere arrivato alla fine del suo cammino e di aver incontrato l’illuminazione, perché invitarlo a rifare in altro modo questa involuzione? Certo, per lui era molto piacevole fare l’amore con Laurie, ma riteneva che non fosse necessario perché non aveva bisogno di tornare all’illuminazione. Al contrario, come aveva detto Laurie, doveva vincere la sua paura o la sua nonchalance per finalmente parlare, raccontare, istruire gli altri su ciò che aveva imparato durante la sua illuminazione!
Pietro dichiarò alla sua compagna che dall’età di dieci anni fino a poco più di venti anni aveva scritto poesie, testi vari. La prima volta che andò a Parigi fu per firmare un contratto di edizione in una casa di Saint Germain des Prés e questo gesto già aveva significato che stava tirando una linea sulla scrittura poetica ora che aveva conosciuto l’illuminazione.
Oh certo, a parte questa pubblicazione, non aveva preso molto il centro della scena per parlare agli altri ed era ancora una specie di lupo delle steppe, ma se Laurie voleva aiutarlo, lo farebbe ora in una prospettiva molto più pubblica sul suo cammino di evoluzione a lui e poi a lei per mostrare che gli uomini e la natura, il cosmo sono i volti diversi di una stessa realtà.
Doveva iniziare a scrivere nuovi libri rivelati? Pietro per il momento viveva serenamente nel suo piccolo cerchio di facilità, ma d’ora in poi doveva aprirsi al mondo e viverci altrettanto serenamente e questo era molto più difficile. Ma era la sua strada, ed era il ruolo che vedeva per Laurie spingerlo più fermamente.
Laurie gli aveva mostrato delle tecniche di involuzione, e aveva bisogno di una risposta sulla questione di come muoversi verso gli altri per comunicare loro il suo messaggio. Il poeta ha bisogno solo di un po’ di perseveranza e di lungimiranza per risalire il filo della sua sorgente e trovare la presenza di chi parla in lui. L’importante è imparare a conoscere e padroneggiare questa presenza capace di sommergere lo spirito per imporre una realtà divina così avvincente e benefica.
Pierre si scusò per non iniziare qui un corso sulla poesia, in particolare sulla poesia suggestiva e perché non su un certo modo di riconsiderare la poesia descrittiva… più tardi era disposto a farlo.
– il tono della tua voce è triste quando parli della tua poesia
– sì, la scrittura poetica mi è servita per creare incontri con la voce che vive dentro di me e poi ho conosciuto quattro incidenti che ognuno avrebbe potuto uccidere il mio corpo carnale. Non li ho visti arrivare e queste circostanze sono oggi di una stupidità inqualificabile.
Questi incidenti sono avvenuti, uno senza testimoni, l’altro con la traccia della mia pelle incollata su una stufa a nafta, un altro in presenza di un centinaio di persone, ma ogni volta mi sono rialzato senza dolore anche quando il sangue copriva il mio viso. Ogni volta, ho ripreso un comportamento normale, e gli altri ne hanno dedotto che non era grave, che non era molto, un evento che si può dimenticare subito.
E ogni volta, è stato grazie al dialogo con la mia voce che sono riuscito a cavarmela.
È stata lei a ordinarmi di riprendere il corso della mia esistenza terrena assicurandomi che non avrei sofferto, che il mio corpo non avrebbe tenuto traccia dell’incidente. Una volta i medici hanno parlato di un miracolo, un miracolo che solo la natura può compiere. Io sono stato fortunato come altri, in questo caso, spesso senza fortuna.
Non è vero. Non c’è stato alcun miracolo. Ho attraversato il pozzo di luce. Ero tornata a casa, ma non mi è stato permesso di rimanere. La mia poesia è triste, Laurie, perché ho chiesto consapevolmente il permesso di rimanere. Ho chiesto di poter aspettare il ritorno del volto della mia ultima esistenza umana per penetrare oltre lo specchio, oltre questa anticamera celeste e guadagnare la mia vera dimora di eternità. Oh, mi sono fatto una ragione, una ragione molto umana, ma mi chiedo ancora perché questa presenza divina abbia voluto che io continuassi la mia esistenza terrena. La mia poesia si è spenta in questa domanda insostenibile… Stavo benissimo a casa mia. Mai sulla terra, nemmeno nell’estasi amorosa, poetica più forte, potrò avvicinare un po’ questo momento di assoluta, incomunicabile felicità.
– Capisco. Accetto la parola estasi che usi. Si tratta di un’esperienza di relazione, un’esperienza di senso rivelato e rivelato. I mistici orientali, i buddisti, considerano l’estasi non come l’esperienza della relazione a tutt’altro, ma l’esperienza della fusione nell’insieme stesso, esperienza non della trascendenza ma dell’immanenza.
Il saggio buddista
Non riesco a seguirti bene. Parli della tua voce come un altro, eppure il modo in cui ti esprimi su questa fusione tra lei e te, il modo in cui sembri ancora totalmente in questa estasi, mi fanno pensare che tu non sia molto lontano da una concezione buddista e che tu possa capire quello che dico sul tantrismo. Permetti che ti faccia qualche domanda. Quei momenti soprannaturali ti hanno aiutato a trovare un senso nella tua vita?
– no, assolutamente no
– bene. Il senso della vita non è una buona domanda. Ci sono due punti di vista su questo tema. La vita non può avere senso perché nulla è estraneo ad essa. Questo è un punto di vista materialistico che respinge qualsiasi trascendenza. D’altra parte, il buddismo dice che ogni senso è nella vita e per il saggio, non c’è alcun senso della vita.
– mi stai tranquillizzando, sono già al livello di un saggio buddista
– ma come poeta che vive sempre tra cielo e terra, sei bene nell’immanenza, nel qui e nel adesso? Ogni filosofia dell’immanenza deve giungere a questa conclusione: se la vita ha un senso, è liberarci dell’illusione del senso ultimo e assoluto dell’esistenza.
– come poeta, a vent’anni ho scritto un libro contro la filosofia e sono fedele alle mie idee di vent’anni. Ma la scrittura rimane la traccia di un profondo strappo…
– va bene per la filosofia, ma allora devi anche essere contro le religioni. Eppure parli di una presenza divina, evochi il paradiso, parli della migrazione dell’anima. È lì che si trova il tuo strappo? Le religioni pongono un soggetto assoluto. Seguendo una religione, l’intera vita può facilmente trovare un senso poiché si riferisce a un segno esterno e superiore: Dio. Il senso della vita consiste allora nel servire Dio, nel lavorare alla sua gloria. Tutta la vita diventa allora il segno di questo ideale trascendente. Non hai mai interpretato i tuoi incontri come il punto di partenza di una vocazione ad assolvere responsabilità in una religione?
– no, non posso accettare un quadro simile. Non posso integrarmi in nessuna corrente religiosa. Fin dalla prima frase che pronuncerei, ci sarebbero sacerdoti e fedeli per accusarmi di blasfemia. Ma non è così semplice, un poeta ha cose da dire a coloro che credono in una religione… Rimbaud nelle sue illuminazioni dice delle cose e un giorno potremmo discuterne.
– Non è tutto molto chiaro… Certo, te lo concedo: oggi le tre grandi risposte tradizionali hanno perso il potere di suscitare l’adesione collettiva. Non c’è più cosmo che fondi la saggezza. Questa saggezza che indica all’uomo come trovare il suo posto nell’ordine della natura, tra le leggi divine.
Non esiste più una fede comune in una divinità capace di riscattare e salvare la nostra esistenza umana. Non esistono più grandi utopie che promuovono l’uguaglianza, la fratellanza umana, il comunismo. Oggi la filosofia cercherebbe piuttosto di descrivere una religione laica, un’etica universale capace di essere il comune denominatore delle regole sociali, politiche ed economiche. Dobbiamo fermarci da qualche parte.
Pietro, ne converrai, o abbiamo trovato un assoluto o abbiamo capito che non c’è senso assoluto da trovare perché l’assoluto è l’insieme del reale, la natura. In questo caso, è possibile sperimentare solo la fusione, anche se breve. Nasce solo in momenti di semplicità, di pace, di armonia che non dura a lungo. Parlo di fusione, non di strappo. Conosco le tracce di queste lacerazioni umane provocate dalle guerre, dalle violenze di ogni tipo. Le persone che curo sono dilaniate e non c’è modo di rimettere insieme una parvenza di identità umana.
La tua lacerazione da poeta mi sembra molto particolare e leggera… sei in buona salute, vero?
ovviamente se lo misuri con le peggiori atrocità commesse dagli uomini. Il silenzio delle persone di cui parli è scusabile. Hanno paura di rivedere consapevolmente o meno i volti dei loro aguzzini, di sentire le loro voci. Distrutti dai primi aguzzini, sono la preda naturale per altri aguzzini che non dovrebbero fare altro che completare il lavoro di morte che li ha lacerati così.
Da un lato, lo strappo del poeta è peggio: non è immaginabile alcuna faccia per questa presenza che lo ha invaso. Voce: è dentro di noi, Laurie, ma come possiamo ritrovarla solo per volontà? Tutto è presente in noi, eppure spetta a ciascuno di noi trovare il coraggio e l’arte di rivelare questa presenza. Il poeta sa che se non parla, non fa fruttare questa parola sacra e spreca il tempo della sua sopravvivenza all’illuminazione… non evolve.
Sarà ancora salvato alla sua morte? Come accettare questo dubbio mentre l’illuminazione, l’incontro con il soprannaturale lo ha riempito di certezze indelebili… Laurie, i pazienti che curi hanno diritto alla commiserazione degli umani e Dio sa riconoscere i colpevoli di questi crimini. Non ho paura per la loro salvezza nel momento della loro morte.
Le esigenze dell’evoluzione nella nostra condizione umana per un insider alla vita dopo la vita umana
Lo strappo del poeta non ha niente a che fare con una buona salute. Nutre un solo interrogativo: che fare di questa morte che gli viene lasciata quando potrebbe già essere da molto tempo nell’altro mondo? Come morire affinché questa morte attesti in modo incontrovertibile che lo strappo ha lasciato il posto alla riconciliazione tra l’umano e il divino?
– ti parlo di fusione nel corso della nostra esistenza umana con altre dimensioni della nostra presenza. Non cerco di sapere come morire.
– Questi momenti di armonia, pace e saggezza non sono le condizioni per accedere alla fusione. Ne sono la conseguenza. Non so come causare la fusione di cui sto parlando.
Ogni volta, è stato un dispendio di energia impensabile. Ogni volta, sia con la scrittura poetica che per un incidente, la fusione avvenne al di fuori del mio corpo carnale, in stato di decorporazione. E se so come riprodurre il modo di arrivare in stato di decorporazione, questa tecnica non mi serve a niente perché niente mi dice che allora avrò l’energia per attraversare il pozzo di luce e accedere dove voglio andare.
Non dipende da me, ma dalla buona volontà, dall’accettazione di essere cari venuti da me per infondermi la forza soprannaturale con cui agiscono. Posso chiederglielo o lasciarmi fare da loro, ma ci vuole un motivo preciso.
La sete di una conoscenza soprannaturale non è un motivo ammissibile. Il desiderio di aiutare qualcuno che amiamo e che ne ha bisogno può essere sufficiente, così come il desiderio di salvare la propria personalità. Laurie, non si tratta di considerazioni filosofiche mistiche o laiche. Si tratta di capire la mia condizione umana di sopravvissuto, e di trasmettere questa esperienza a coloro che sono interessati. Per superare lo strappo e quindi la mia scrittura.
Ripenso a quei saggi che non hanno mai scritto ma le cui parole ci sono state trasmesse: Socrate, Krishna, profeti ebrei ma anche Gesù. È perché non hanno scritto che hanno vinto lo strappo? Che hanno riallacciato il legame con la loro illuminazione? Per me, la risposta è chiara. Sì, è vero!
Hai ragione a capire che il mio discorso non si riduce né al cristianesimo né al buddismo.
Se il cristianesimo dà la giusta importanza alla speranza, il buddismo sarebbe piuttosto una saggezza che impara a liberarsene. È vero, non parlo né di speranza né di saggezza.
Il poeta cambia la vita nella nostra condizione umana.
La mia esperienza poetica mi dice di cambiare la vita, qui e ora, nell’immanenza e cerco la forza in grado di assicurare agli altri una traduzione umana di questo incontro straordinario che mi ha dato una testimonianza di amore assoluto.
Non spero niente, voglio amare e mi lasciano libero di amare senza venire subito a coprirmi di ridicolo, di sarcasmo, di sciocchezze squallide.
Non sono il beato idiota. Sono un poeta. Quando Dio parla, bisogna rispondergli. Musset ci ha lavorato molto prima di Rimbaud.
Non ho paura di parlare, che mi senta o non mi senta!
Paura e speranza sono le forme primarie di sofferenza e paura. Ignoro la sofferenza e la paura, conosco solo la sofferenza e la paura che vivono tra gli altri e mi fa male vederli così male a sopravvivere senza sbarazzarsene anche nel momento della loro morte… Non riescono nemmeno ad abbandonarli sul loro letto di agonia… E se sono un sopravvissuto, qualcuno mi ha proibito di morire mentre volevo stare vicino a lui.
Sono responsabile del modo ignobile in cui gli altri vivono, per paura di esorcizzare seminando crimini e miseria intorno a loro? Sono responsabile di non aiutare coloro che come me hanno già vissuto nella loro esistenza umana, queste dimensioni di eternità della vita dopo la vita umana?
Pierre, non c’è solo paura e speranza da abbandonare durante la sua vita.
Il messaggio del buddismo tibetano è chiaro: tutte le nostre sofferenze e quelle che infliggiamo agli altri sono legate al fatto che nella vita ci attacchiamo continuamente alle persone o alle cose, e il cambiamento e l’impermanenza sono la regola.
Posso recitare a memoria il libro tibetano della vita e della morte: la condizione ideale per morire è quella di aver abbandonato tutto, interiormente ed esteriormente, affinché in quel momento non ci sia il meno possibile desiderio, desiderio e attaccamento a cui lo spirito possa aggrapparsi. Prima di morire, dovremmo liberarci di tutti i nostri beni, amici e familiari.
– non è falso, ma per me è ancora impreciso e fuorviante. Quando ho chiesto di rimanere e di avere il diritto di tornare a casa, nulla di terrestre mi ha impedito di farlo. Fu proprio una presenza divina che mi negò questo accesso. Certo, la mia anima non aveva recuperato l’immagine della mia ultima esistenza umana, ma era solo una domanda puntuale.
C’è stato un rifiuto e la mia mente ha dovuto separarsi dalla trama divina, dalla mia anima. Non è necessario liberarsi dei nostri amici e delle nostre famiglie, al contrario se potessimo insegnarci a vicenda a morire, a realizzare la fusione dello spirito e dell’anima quando il nostro involucro carnale cessa di vivere… che non ci siano più dubbi ma una certezza, un dialogo compiuto dell’anima per l’anima… che successo, che gioia!
È proibito da Dio, è al di fuori delle nostre possibilità umane o abbiamo tutto ciò che serve per realizzare questa fusione? Io dico che abbiamo questa possibilità.
Oh Laurie, non mi importa di ammettere con il cristianesimo che ognuno di noi possiede un’anima personale e di credere nell’individualità unica e insostituibile di ogni persona. So che il buddismo considera questo come l’illusione per eccellenza.
Non mi interessano queste considerazioni. Cosa si fa con l’azione? C’è l’involuzione, la scoperta di Dio in noi. Ti parlo con questo linguaggio convenzionale tratto dal catechismo religioso. Un insider non parla di un Dio qualsiasi!
Sto parlando dell’incontro con i misteri della Vita, con l’energia della Vita, quella che hanno usato per riportarmi sulla Terra quando avevo tagliato tutti i legami con il mio corpo carnale, come è richiesto per continuare l’incontro dopo l’uscita dal pozzo di luce.
Questa azione necessaria per spezzare tutti i legami con la nostra condizione umana è descritta nel rito del Kalachakra chiamato anche mito di Shambhala. È la condizione per accedere a ciò che chiamo vita dopo la vita umana, a Shambhala o in altri pianeti come due di loro mi furono proposti.
Usare le potenze del mondo superiore.
Sentiamo e sperimentiamo di essere eterni. Dopo questo ritorno sul pianeta Terra, questa forza spirituale ci spinge ad agire nella nostra condizione umana per trasformare il nostro entourage come ha trasformato i nostri cuori.
– cerchi la rissa? non saresti un mistico guerrafondaio, un futuro monaco soldato sempre in cerca di una crociata?
– possiamo solo stare da soli nel suo angolo… mi dirai di prendere esempio da Siddhartha e di andare a raggiungere la capanna del pescatore in riva al grande fiume… che gli altri si stringono con un odio bestiale non ti interessa.
Non saranno salvati quando moriranno, si attaccheranno troppo alla loro vittoria o rumineranno troppo la loro sconfitta per arrivare alla fusione della loro mente con l’anima e così guadagnare la loro dimora di eternità.
Non ne abbiamo discusso. Ma da dove viene la mente?
Di un funzionamento particolare ed efficace dei neuroni del nostro cervello sviluppato attraverso esercizi intellettuali? Come potrebbe questa produzione accaparrarsi una dimensione di eternità? Attraverso la semplice fusione con l’anima?
Il soldato o il brigante arrivato alla capanna del pescatore non possono costringere con la forza l’asceta che medita lì? Sarebbe solo un caso se venisse ucciso dal soldato? Deve essere indifferente al suo destino? Deve invece difendere il suo messaggio affinché possa trasmettersi agli altri?
Laurie, la mia poesia è una lotta, una lotta per trovare i momenti della mia creazione, dei miei incontri, e quando scrivo, c’è un altro che agisce.
Ci sono delle presenze che si manifestano, erano in me e le chiamo ricordi, si scoprono nuove e le chiamo emozioni, parlano di un futuro e le inserisco tra i sogni.
Posso solo misurare le cose, come ha detto Nietzsche: sono un uomo che misura le cose. Perciò vorrei che questi ritmi, queste metamorfosi continuassero, per vederli crescere non per diventare esseri umani, ma per usare le forze soprannaturali delle quali mi sono reso conto.
Laurie, tu sai bene che il primo consiglio che un maestro spirituale dà ad un giovane discepolo è quello di prestare attenzione ai poteri soprannaturali che, se non sono padroni, conducono dritti alla follia e alla distruzione della vita umana.
Ma è proprio la constatazione che queste forze esistono e che il cammino riuscito di una spiritualità può arrivare fino all’utilizzo di queste forze non per distruggere ma per salvare… la prova che salvare è possibile consiste nel trasformare la morte del nostro corpo in una vittoria della vita, a testimoniare un’altra vita tutta d’eternità.
– chi vuoi salvare e da cosa? Pierre, ti rendi conto di quello che dici?
– sì, ma sei la prima ad averlo sentito. So di potertelo dire.
Ti ho visto purificare la pancia prima di accogliere il mio sesso. So anche che la tua mente è pura e che non fraintenderà le mie parole. Non ti chiedo di essere d’accordo con me, né oggi, né domani, ma sappi che questo è lo scopo del cammino che sto percorrendo.
La via del poeta-yogin per la sua Shakti.
È li’ che ti porterò.
Mi resi conto che dovevo andare a sentire il mistero della vita eterna e un incontro particolare di questo mistero con la nostra esistenza terrena che si chiama risurrezione. La mia fede di sopravvissuto mi ha insegnato a rileggere l’esempio di Gesù e vi ritrovo i segni del presentimento che ho conservato tornando dalla dimora della mia anima.
Ma non c’è solo Gesù. Ho un volto di faraone dei tempi più remoti e un volto di druida delle stesse epoche come immagini di ciò che cerco.
Credo ci sia un messaggio che è sopravvissuto da quei tempi antichi, e che possiamo, ora, attraverso le scoperte archeologiche, iniziare a penetrarlo meglio.
L’incontro di una persona con Dio o con la voce che vive in lui non richiede ore e anni. Ma perseguire la sua esistenza umana in conformità con il messaggio ricevuto richiede un lavoro comune, condivisione e progresso nella trasformazione della natura in cui siamo stati collocati.
Non puoi prescindere dal piano collettivo, devi andare, altrimenti non avrai usato le tue capacità. Il tuo messaggio sarà rimasto lettera morta.
Dobbiamo usare la spada e metterla sotto la custodia del sacro e soprattutto non abbandonarla nelle mani dei briganti e dei signori della guerra. C’è una scelta da fare.
Da parte mia so che il messaggio che ho ricevuto può vivere allora vivrà.
Laurie, legge libri sui primi cristiani, la comunità di Qoumran, la chiesa di Gerusalemme e cerca di capire come questo messaggio ha potuto sconfiggere i costumi barbari dell’impero romano: la schiavitù, i giochi crudeli del circo, le religioni al servizio di interessi avidi e le moralità settarie ed empie.
Certo, l’alleanza di questo messaggio con il potere imperiale romano non ha dato nulla che non sia convincente, perché si sa anche che è questo potere imperiale che nel Concilio di Nicea ha cominciato a manomettere gli scritti e le testimonianze dei primi cristiani.
È una domanda chiave: come si può collegare questo tipo di messaggio con il potere politico, economico e sociale? Questo legame ad ogni secondo trasuda l’immaginazione del poeta, dell’illuminato. Come lo rendiamo visibile e accettabile per gli altri?
– sei un poeta, sogni ad alta voce, ma sei coerente. Non mi racconti delle bugie. Capisco cosa stai cercando.
Ti seguirò, ma continuerò con i miei riti tantrici.
Non mi porteranno mai tanto lontano quanto dici di realizzare, ma giorno dopo giorno, mi spingono verso la mia felicità con il mio corpo di giovane donna, la mia sessualità e il mio piacere, la mia mente e quello più che rispetto perché mi ha permesso di avere una relazione intima straordinaria con mio padre appena morto.
I pochi malati che sono morti mentre li sorvegliavo non mi hanno permesso di ritrovare un tale incontro… Ti seguirò. Ho fiducia in te e ti amo… il mio amore come il tuo per me, non può limitarsi ai legami quotidiani di una vita comune. Questo club che costruiremo ci deve procurare i luoghi e i momenti dei nostri futuri incontri dove potremo lasciare libero corso al nostro amore…
– sì, Laurie, al nostro folle amore! Ma è l’unico amore che posso ancora vivere su questa terra. È un amore di sopravvivenza e ti farò scoprire chi fa vivere tra noi questo amore.
Vedrai, ripartiremo insieme… insieme sarà più facile, mostreremo loro il nostro amore, oh! non alle persone vicino a noi, no, non capiranno… mostreremo il nostro amore alle presenze care che vengono verso di noi per aiutarci a superare il pozzo di luce e ci aiuteranno molto di più di una volta là quando, un po’ perduto, mi hanno trascinato verso la mia dimora di eternità.
Mostrerò loro che sono riuscito a parlare con qualcuno, a dargli questa fede che attraversa la morte e ci apre l’eternità.
Mostreremo loro il nostro amore e ci accetteranno. Ci lasceranno venire a ricaricarci nella nostra dimora di eternità.
Oh, non ci guadagneremo la conoscenza assoluta, la comprensione dei misteri che si pongono agli esseri umani. No, no, no. Cercheremo di ottenere quei poteri soprannaturali con i quali costringeremo gli altri a rimettersi in discussione, a prendere in considerazione nella loro riflessione l’arricchimento che possono trovare in un cammino spirituale per definire le loro ragioni di vivere e di morire, a confidare nelle risorse della loro esistenza umana per trovare l’amore, l’amore che ci manifestano quelle presenze care che immancabilmente ci aiutano ad attraversare il pozzo di luce, quell’amore divino che plasma l’amore umano che la nostra mente e il nostro corpo testimoniano a colui e a coloro che abbiamo scelto come compagni di strada sulla terra.
In questo club cammineremo con i nostri amici, ma avremo anche la possibilità di trovare dei momenti solo a noi… ti porterò Laurie.
Non può negarci l’ingresso. Non è possibile. Al contrario, non aspetta che… io venga con te ora che ti ho trovata…
So che stai pensando a Françoise. Non me ne vorrà se non mi presento con lei. Queste parole non possono essere condivise con tutti e non ho il potere di imporle a mia moglie contro la sua volontà.
La morte nei momenti separati che sceglierà per noi, ci darà l’opportunità di ritrovarci. Questo è il cammino abituale di coloro che si amano e sanno che questo amore continua a vivere dopo la morte del corpo carnale. Non commetto alcuna mancanza all’amore che ho per Francesca nell’amarti e nel procedere con te su un altro cammino più diretto e particolare che richiede uno scambio molto intimo e la condivisione di una stessa fede.
Tranquillo, non verrà a dirmi che ho sbagliato donna, che dobbiamo tornare indietro per lasciarti e riportare Françoise.
No, faccio il mio lavoro di poeta, di sopravvissuto, come mi assumo le mie responsabilità di marito. Non può chiedermi di aspettare il momento di trovare quella che mi seguirà su entrambe le strade contemporaneamente. Oggi sarò ancora un ragazzo vecchio e non avrei mai potuto entrare da Amadeus e Regina e non avrei mai potuto incontrarti.
– piano, non c’è bisogno che tu risolva questo problema con colui che vive dentro di te ed è lo stesso in ognuno di noi. Tutti sanno che non romperò la tua coppia e allo stesso modo non ti lascerò rompere il mio. Come Françoise, Dan capirà quello che ci sta succedendo. Inoltre, se ti seguo, il nostro cammino spirituale non durerà anni e anni. Ti arruolerai molto velocemente e se ti spingo ancora, non ce ne saranno per secoli e secoli, ma credi che la nostra esperienza possa cambiare qualcosa in questo mondo, fermare questi omicidi?
– riaccenderemo una fiamma, un bagliore per guidare gli altri. Non accenderemo un rogo devastante. L’apocalisse è un’altra cosa. Mostreremo questa fiamma, ma anche gli altri dovranno fare un passo verso di essa. Con questo bagliore, invece, potremo già cominciare a cambiare l’organizzazione del nostro gruppo, a costruire una nuova società, una nuova economia. Sì, possiamo farlo.
Il nostro compito è lo sviluppo delle vie, dei percorsi che portano all’iniziazione e all’incontro con i misteri della vita:
- la via diretta della scrittura poetica.
- Il percorso dell’estasi amorosa e della fusione dei corpi che viene presentato ad ogni coppia di innamorati, ad ogni incontro con le nostre anime gemelle.
- la via mistica e del dialogo dell’anima per l’anima non più con la nostra scrittura poetica ma a partire dagli insegnamenti e dalle testimonianze degli iniziati che ci hanno preceduto su questo cammino iniziatico. È il cammino della preghiera di successo in luoghi propizi nella natura o negli edifici costruiti dagli umani per questo cammino spirituale di cui tutti sentiamo il bisogno per trovare le nostre ragioni di vivere la nostra condizione umana..
- La via del superamento dei limiti del nostro corpo carnale attraverso l’esercizio fisico, lo sport, le escursioni nella natura quando alla fine dello sforzo scopriamo risorse, energie, forze insospettabili e nuove per andare fino in fondo alla strada, attraversare la frontiera, fondere il nostro corpo e la nostra mente per salire più in alto, andare più lontano e più velocemente…
Lui gli sorrise con un’aria scema.
– Questo è anche il motivo per cui sono venuto in bicicletta e come ex ciclista. Dovevo scaldarmi il corpo per liberare meglio la mia mente e parlarti del nostro cammino iniziatico verso l’evoluzione umana, usando i poteri del mondo superiore.
Dall’irreale portatemi al reale!
Il prossimo fine settimana, a Baden-Baden, ha voluto prendere il suo posto di poeta, di guida spirituale, affinché il loro gruppo raggiungesse insieme rapidamente lo stesso stadio dell’evoluzione.
Ricordò alla sua compagna ciò che lei e Anke avevano detto riguardo alla preghiera.
Il suo ruolo consisteva nell’insegnare loro a pregare, a comunicare con l’aldilà, a comunicare insieme nell’amore e nella scoperta della loro eternità. Pierre non sapeva come pianificare questi esercizi… sorridendo alla sua bella Laurie, gli confessò che su questi punti preferiva rimettersi al caso!
Solo un punto le sembrò scontato: la loro evoluzione, se fosse stata frenata, soffocata dagli altri, non poteva che ricominciare e questa volta questa ri-evoluzione sarebbe stata per gli altri e a causa loro, una rivoluzione!
Se il loro gruppo accettasse di ascoltare il poeta, allora un movimento poteva mettersi in moto e Pietro lo garantiva: saprebbero sempre dove andare e anche dietro l’orizzonte, vedrebbero il cammino… questo cammino di evoluzione già tutto tracciato nel loro cuore, questo cuore che fin dal concepimento sposa il ritmo della vita senza fine.
Inizialmente si proponeva di essere un istruttore per insegnare al gruppo a cogliere il sogno e condividerlo insieme. Laurie si affrettò a recitare la lezione appresa con Frantz e Pierre:
–” la realtà del sogno è la sua condivisione e la realtà della condivisione è la felicità “... ripetimi spesso questo genere di cose e sento che vi amerò ancora di più entrambi!
Laurie si alzò in piedi e alzò le mani al cielo con un gesto incantatorio:
– ” Dall’irreale portatemi al reale! Dall’oscurità conducimi alla luce! Dalla morte conducimi all’immortalità! “
Spiegò che si tratta di un passaggio di ” l’Upanishad Brihad-Aranyaka “.
Anche Pietro si alzò e recitò. Entrambi erano certi che un giorno queste parole si compiranno prima dell’ultimo respiro dei loro cuori.
Erano faccia a faccia. Si erano dati come non avevano mai fatto prima. Gli sguardi avevano sostenuto le parole scambiate, le mani avevano stretto il corpo dell’altro contro il suo, accarezzato e accarezzato fino alla certezza del piacere dell’altro.
Il loro incontro finì. Avevano appena rinnovato i loro voti e venerdì sera a Baden-Baden sarebbero stati più uniti dopo questo incontro per non perdersi nel gruppo.
Si baciarono teneramente e scesero mano nella mano la scala azzardata che li ricondusse nel cortile del castello. Era come se stessero tornando sulla terra.
Il pomeriggio era finito. Laurie riportò Pierre alla sua auto passando per Wissembourg. Per il ritorno su Pirmasens, Pierre gli consigliò di passare attraverso la foresta palatina e Bitche.
Lui non sa come arrivò indisturbato a Strasburgo tanto la presenza di Laurie saturava il suo spirito.
Doveva ammettere che, a poco a poco, le cose si stavano mettendo a posto. Era l’occasione della sua vita!
Da quando aveva smesso di scrivere, nonostante l’incoraggiamento del suo editore, si era giurato di scrivere un giorno direttamente nei cuori degli uomini.
Tuttavia, non aveva mai immaginato che una giovane donna dalla bellezza radiosa si sarebbe abbandonata così a lui, che una fata, una principessa, una musa, una Shakti come Laurie sarebbe venuta a spingerlo a realizzare quei momenti così particolari per trasformare questo irreale in un sogno, quel sogno in condivisione e quella condivisione in felicità…
La sera, a casa sua e sulla scrivania, ebbe bisogno di condensare in un testo poetico l’energia scambiata durante l’incontro con Laurie. La sua fonte poetica aveva registrato tutto e desiderava scorrere, saziare la sete di Vita e di Amore del poeta.
Shakti
Nel respiro dei tuoi occhi e nella voce del tuo cuore
Ho preso la forza di aprirti la porta della mia vita
Le nostre mani accarezzano il calore sotto le nostre pelli
L’abbraccio dimostra la certezza delle nostre gioie
Ricominci a ballare e i nostri occhi non si lasciano più
La vita ci ama con tutta la sua energia
Senza limiti viaggio sui tuoi movimenti
Cerchi di spaventarmi con le tue urla e i tuoi gesti di furia
Nei tuoi occhi mi lasci leggere la tua pace che non devo rompere
Da molto tempo non ci sono più vestiti che ci disturbano
Non so nemmeno più dove siano i tuoi segni di bellezza
Non ne ho più bisogno per stare nella condivisione
Chi vive in me è lo stesso che vive in te
Si divertono e corrono attraverso il nostro corpo
Sono contento che ci siamo presi un po’ di tempo per lasciarli vivere
Lontano dalla stupida paura dei nostri amori umani
Viaggeremo insieme tutti e quattro e più.